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Tecnologia

L'archivio online dell'intera casistica di un manicomio vittoriano

Un viaggio tetro.
Immagine: Wellcome Collection

Le storie riguardanti i manicomi dell'età vittoria sono sempre piuttosto inquietanti, ma c'è qualcosa di ancora più strano e triste dei documenti sui pazienti di questi luoghi: il fatto che siano online.

L'imprenditore del Winsconsin Henry Solomon Wellcome iniziò a interessarsi alla storia della medicina durante il suo soggiorno a Londra verso la fine del diciannovesimo e l'inizio del Ventesimo secolo. Iniziò a collezionare libri e artefatti sull'argomento e su "temi ancillari come l'alchimia, la stregoneria, l'antropologia e l'etnografia," di cui si occupava in segreto e con pseudonimi, secondo il sito della Wellcome Library. Il risultato è un archivio decisamente eclettico e unico nel suo genere.

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Secondo il New York Times l'originale collezione Wellcome consisteva in circa un milione di reperti, tra cui "un frammento di pelle prelevata dal corpo del filosofo del Diciannovesimo secolo Jeremy Bentham, alcuni soffietti tubulari usati per far riprendere i sensi soffiando fumo di tabacco nel retto, lo spazzolino di Napoleone, amuleti provenienti da Sumatra e i mocassini di Florence Nightingale."

Se c'è un aspetto positivo dell'inalare tabacco dal retto è che il paziente svenuto non ne era cosciente. Secondo il Science Museum londinese "i grandi manicomi vittoriani perseguitano la storia della psichiatria," per le sofferenze che venivano inflitte ai malati dietro gli alti muri di mattoni rossi.

Un approfondimento dei primi metodi di cura delle malattie mentali è contenuto negli "stranamente ben conservati" archivi del Ticehurst House Hospital, che sono parte della collezione Wellcome. I suoi registri, fino al 1925, sono stati digitalizzati e messi in rete.

Lo Science Museum ha spiegato che fino alla fine del Diciottesimo secolo i malati mentali venivano curati in casa, o lasciati a vivere la propria vita come i Lear e le Ofelia di Shakespeare, o trattati come prigionieri in "case di cura" private dove a volte venivano incatenati alle pareti. Grazie agli sforzi di personaggi come William Tuke in Inghilterra e Philippe Pinel in Francia, la situazione iniziò a cambiare verso il Diciannovesimo secolo. I malati psichiatrici iniziarono a essere trattati non più come criminali ma, appunto, come malati.

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Gli ospedali psichiatrici erano grandi edifici di mattoni con giardini curati dai pazienti, e la malattia mentale veniva spesso collegata ai ritmi frenetici della vita moderna o a un "esaurimento cerebrale temporaneo". Con gli allora innovativi avanzamenti in campo medico e una clientela ideale della classe media, il Ticehurst House Hospital iniziò ad essere descritto come ospedale "ducale", cioè che conviene a un duca.

Inaugurato come manicomio privato a Ticehurst nel 1792, l'ospedale si espanse fino a includere "una pagoda, una residenza estiva gotica e una voliera per fagiani dorati…giardini d'inverno, serre e un suo branco di cani da caccia." Nel 1900 Ticehurst si era espanso fino a comprendere 300 acri delle proprietà circostanti.

Nonostante Ticehurst fosse il luogo di cura migliore per l'epoca, esso era comunque un prodotto del suo tempo, di un periodo in cui una causa di morte poteva essere "l'esaurimento mentale e la malinconia tormentata", e i dottori prestavano attenzione particolare all'abitudine alla masturbazione dei pazienti. Era un'epoca in cui una donna era sottoposta alle decisioni del padre o del marito senza alcun diritto di esprimere un'opinione o controbattere. Una volta dentro l'ospedale uno dei punti cardine per la cura dell'isteria era la l'egemonia dei medici uomini che "avevano il potere nel manicomio come un padre sulla famiglia."

IL QUADRO CHE SI Può RICOSTRUIRE DAI DOCUMENTI è PIUTTOSTO TETRO

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Herman Charles Merivale, che passò nel manicomio due anni intorno al 1870, ha testimoniato la situazione nella struttura dal punto di vista di un paziente: pubblicò "My Experiences in a Lunatic Asylum by A Sane Person," disponibile per la lettura sul sito del Project Gutenberg. Ma per migliaia di altre persone, non abbiamo che la prospettiva dei medici, conservata tra i reperti della Wellcome Library.

Inizialmente pensavo che i casi dell'archivio di un ospedale psichiatrico vittoriano sarebbero stati una lettura inquietante ma in qualche modo divertente, tuttavia i documenti contengono abbastanza umanità per testimoniare che queste erano persone reali, sottoposte ad atroci sofferenze. E il quadro che si può ricostruire dai documenti è piuttosto tetro.

Ci sono appunti su una donna che risiedeva a Ticehurst nel 1876 che continuava a urlare, all'improvviso "non sono stata io", oppure "non devi uccidere." Verso dicembre la donna aveva iniziato ad affermare che ogni cosa era diabolica e disturbava le altre donne durante le ore di lettura o di gioco. Uno sprazzo di luce viene portato dal fatto che nell'agosto del 1877 "iniziava ad essere rasserenata dalla musica" e partecipava alle lezioni di canto, ma ricamando invece di cantare. Viene riportato che verso la fine del 1878,era riuscita a calmarsi, ma continuava tuttavia a sentire e interagire con delle voci verso la fine del 1878, voci che le dicevano che il mondo era un luogo demoniaco.

Nel corso del Diciannovesimo secolo più i manicomi si facevano affollati e più divenne chiaro che il "trattamento morale" paternalistico non aveva successo, si incominciarono ad usare gli altri metodi di cura, ovvero l'isolamento, le camicie di forza e il bromuro per calmare i pazienti.

Verso l'inizio del ventesimo secolo la terapia elettroconvulsivante e le lobotomie hanno fatto sì che il termine "manicomio" venisse per sempre associato a un immaginario tutt'altro che rassicurante. Molte di queste strutture, incluso Ticehurst, hanno chiuso verso la fine del secolo.