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Tecnologia

Come scambiano i dati i servizi segreti italiani?

Una campagna di Privacy International vuole fare chiarezza sugli accordi fra le intelligence dei vari paesi.
Riccardo Coluccini
Macerata, IT

Dal momento che le agenzie di intelligence di varie nazioni stanno espandendo il loro arsenale di tecnologie per la sorveglianza — acquistando strumenti che permettono, ad esempio, di creare un database di voci dai video online, come emerso nel recente caso italiano — Privacy International ha deciso di avviare una campagna internazionale per chiedere maggiore trasparenza riguardo gli accordi di condivisione dei dati raccolti, stipulati fra i servizi segreti di oltre quaranta nazioni.

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Privacy International è un'organizzazione non governativa brittannica, fondata nel 1990, che si occupa di questioni legate alla privacy a livello internazionale e svolge ricerche ed inchieste sui sistemi di sorveglianza dei governi. C'è da specificare che non è un'authority ma un ente privato.

Sembra che questi accordi segreti possano permettere ai governi di aggirare le regole internazionali e nazionali riguardo la sorveglianza "sono coperti da un velo di segretezza e sono al riparo da ogni tipo di richiesta di maggiore trasparenza," sottolinea nel comunicato stampa Scarlet Kim, Legal Officer di Privacy International.

Per questo motivo Privacy International ed oltre 30 organizzazioni per i diritti umani hanno inviato oggi una lettera agli organi di supervisione delle intelligence dei vari paesi per richiedere informazioni sull'attività di condivisione delle informazioni effettuata dai governi.

"Questi accordi segreti potrebbero permettere ai governi di aggirare le regole internazionali e nazionali riguardo la sorveglianza."

Fra i destinatari della lettera — firmata fra gli altri anche dall'Electronic Frontier Foundation (EFF) e dal Center for Democracy & Technology — vi è anche il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR), l'organismo italiano preposto alla verifica dell'attività di intelligence nel rispetto della Costituzione e delle leggi.

L'Italia, infatti, fa parte dei cosiddetti 14-Eyes, secondo quanto era stato rivelato dai documenti diffusi da Edward Snowden, insieme a Belgio, Germania, Spagna, Svezia, Danimarca, Francia, Paesi Bassi e Norvegia: tutte queste nazioni collaborano con i Five Eyes — Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda — che rappresentano il cuore del sistema di sorveglianza globale smascherato da Edward Snowden, ed hanno accordi per scambiare informazioni e dati.

Questi accordi segreti possono permettere ai governi di aggirare le regole internazionali e nazionali riguardo la sorveglianza, riuscendo quindi ad ottenere dati che secondo la legislazione vigente non sarebbero acquisibili, e "con il rischio di permettere uno scambio di informazioni che può portare ad abusi dei diritti umani, specialmente in stati in cui vi sono già casi precedentemente noti o in cui la legge non offre sufficienti garanzie di protezione," si legge nel comunicato di Privacy International — è stato inviato anche un documento che sottolinea le implicazioni per i diritti umani internazionali.

Slide del NSA che mostra gli Stati con cui vi sono accordi per lo scambio di intelligence.

"L'effettiva supervisione della sorveglianza segreta è una delle garanzie fondamentali contro l'interferenza illegale del governo nel diritto alla privacy. Ma in molte nazioni si riscontra una mancanza di tale capacità di controllo sugli accordi di scambio dell'intelligence," si legge nella lettera inviata.

Per questo motivo, si richiede ad ogni organismo di controllo di fornire informazioni riguardo le loro capacità di supervisione, accesso alle informazioni rilevanti, revisione delle decisioni prese, e possibilità di collaborare con altri organismi di controllo per supervisionare le attività di condivisione delle informazioni dell'intelligence previste dai governi. Privacy International ha anche predisposto una mappa che sarà aggiornata non appena saranno pervenute le risposte, che dovranno essere inviate entro il 31 ottobre.