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Sì, i preti di tutto il mondo hanno ufficialmente perso il senno su Pokémon Go

Ieri si è inserito nel dibattito anche il Vescovo di Noto Antonio Staglianò, secondo cui l'app darebbe vita a “una realtà parallela, in cui i ragazzi si divertono a catturare in giro per le città i mostri tascabili secondo una regia totalitaria.”
[Foto di Sergei Chirikov/EPA]

Alla fine di luglio la Chiesa Cattolica aveva già cercato di avvertire tutti i giocatori di Pokémon Go.

Tramite il Servizio Informazione Religiosa (Sir), infatti, la curia aveva segnalato come "la realtà aumentata dei Pokémon digitali" avesse "dato un nuovo contributo a una sindrome collettiva di dissociazione dalla realtà."

Ieri ha rincarato la dose il Vescovo di Noto Antonio Staglianò, già passato alle cronache per avere citato Marco Mengoni durante alcune delle sue omelie.

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Per Staglianò, l'app che porta i suoi giocatori nelle strade grazie alla realtà aumentata darebbe infatti vita a "una realtà parallela, in cui i ragazzi si divertono a catturare in giro per le città i mostri tascabili secondo una regia totalitaria."

Un gioco "dove manca la partecipazione attiva e cosciente" e che "crea un sistema totalitaristico che è pari a quello nazista. Ecco perché combatto quest'app che sta alienando migliaia e migliaia di giovani," ha detto al Corriere del Mezzogiorno.

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A scatenare la reazione del Vescovo, sarebbe soprattutto il fatto che la sua chiesa fosse stata 'trasformata' in un punto di sosta per i cacciatori di Pokémon; un fatto che, stando a quanto abbiamo potuto constatare con i nostri occhi, avviene anche altrove in Italia.

E non solo: in effetti, dalle Filippine agli Stati Uniti, alcune delle fermate obbligate per chi si sta cimentando con l'app si trovano vicino o in corrispondenza di luoghi sacri e religiosi. Per il pastore americano Rick Wiles, i Pokémon sarebbero "dei cyber demoni virtuali" e il gioco sarebbe "un magnete per i poteri satanici."

C'è anche chi, però, ha cercato di sottolinearne l'aspetto più positivo - quello aggregante - cercando di trasformarlo in un richiamo verso la chiesa, la religione, e Dio.

Un prete di Manila, per esempio, ha affisso cartelli nella propria parrocchia spiegando che "ogni giocatore di Pokémon Go è sempre il benvenuto" sul terreno sacro. L'avviso affisso dal chierico, che è stato elogiato sui social network per la sua apertura mentale, termina con una citazione di Madre Teresa preceduta da una frase di MewTwo, uno dei Pokémon più famosi.

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L'app in realtà aumentata ha trovato ferrei oppositori anche dal di fuori della Chiesa Cattolica: gli Ortodossi russi, ad esempio, che assegnano a Pokémon Go il potere di "trasformare un essere libero nel personaggio di un videogioco."

Una posizione che ha trovato appoggio anche in un senatore del Consiglio Federale, la camera alta del Parlamento russo. Frants Klintsevich ha infatti affermato durante un'assemblea che "sembra che il diavolo sia arrivato tra noi attraverso questo medium e stia cercando di corrompere la nostra moralità dall'interno."

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