FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

Un inutile ma obbligatorio dibattito su Juve-Roma

Dopo la partita di ieri sera, il dibattito tra romanisti e anti-juventini da una parte e pro-juventini dall'altra è riesploso. Abbiamo chiesto a due tifosi, uno anti e uno pro-juve, di spiegarci le loro ragioni.

Ieri sera, poco dopo le 20, il cuore degli appassionati di dibattiti calcistici da bar ha avuto l'ennesima erezione esplosiva. Già prima del fischio finale la messaggeria di Whatsapp di tutti era intasata dai commenti sugli errori di Rocchi, sul gesto del violino di Garcia e sulla rissa fra Morata e Manolas.

Le dichiarazioni di Totti hanno riaperto nuovamente una questione che a tratti sembra scomparire, ma che in realtà torna sempre con regolarità, ogni volta più forte di prima. Questa mattina il deputato del PD Marco Miccoli ha dichiarato di voler presentare addirittura un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'Economia Padoan e un esposto alla Consob per discutere gli eventuali risvolti del risultato della partita sulle quotazioni in borsa di Roma e Juventus. 

Pubblicità

Anche questa volta, l’Italia si è spaccata in due: da una parte i romanisti e tutti gli anti-juventini, fermamente convinti che Totti abbia ragione, e che la Juve vinca di più perché di fatto favorita dagli arbitri; dall’altra chi pensa che la Juve a volte, così come per qualsiasi squadra, abbia avuto arbitraggi a suo favore, ma le vittorie le ottiene sul campo, perché di fatto è la squadra più forte, e in quanto tale, quella con più invidiosi-complottisti che cercano di sabotarla. 

Per cercare di fare chiarezza su questo annoso e a quanto pare infinito dibattito, abbiamo chiesto a due tifosi, uno anti e uno pro-juve, di spiegarci le loro ragioni.

FORSE CERCAVI: JUVENTUS

di Roberto Parente

Foto via.

Un altro lunedì a parlare della Grande Juve, di vittorie senza gusto e di un mondo in bianco e nero dove neanche la bellezza può essere condivisa. Il gol di Bonucci, da annullare per fuorigioco attivo.

Garcia, espulso per la troppa eleganza della sviolinata, a fine partita si è stupito delle aree di rigore di 17 metri quando in campo c’è la Juventus; ma noi, abituati dal 1897, non abbiamo più voglia di scandalizzarci. Perché quando si parla di Juve non si ride mai? Perché il cielo si deve sempre oscurare e sai già prima di vedere la tua squadra scendere in campo che sarà un’amarezza? Il “Rocchi Horror Picture Show”, come qualcuno su twitter l’ha chiamato ieri, non è il caso della domenica.

Pubblicità

Ogni uomo di calcio che si rispetti di casi con la Juve ne ha sopportati abbastanza, e i conti sono rimasti ancora aperti:

Dagli allenatori / calciatori: Boskov che al termine di un tre a zero subito dalla Samp viene pizzicato a bordo campo mentre farfuglia: “arbitro comprato da Juve”; Maradona che tuona: “Un vero argentino non potrà mai giocare a Torino”; e Pellè che ha lasciato l’Italia: “perché infelice. A me piace l'onestà e in serie A c'è difficilmente. Tutte quelle storie sulle partite che la Juventus aveva comprato per essere campione. Questo non è il calcio sognavo”.

A infoltire le schiere dei delusi, frustrati e sconfitti ci sono ovviamente i tifosi, che ricordano quello scempio indimenticabile nel ‘98, quando una squadra di pippe al nandrolone prese in giro il più grande calciatore di sempre; quando dopo Juventus - Milan—la partita del gol fantasma che Buffon ricorda così: “il gol? Io non l’ho visto, e se lo avessi visto non avrei detto nulla”—Pellegatti, prima di tutto un uomo e poi un tifoso affranto, remixa al mondo intero il suo dolore: “Che ingiustizia, che vergogna!”

Il capitano della Roma (l’unico grande del calcio italiano, dopo che quell’altro è stato mandato via a calci in culo in Australia dalla sua stessa squadra come l’ultimo dei Vampeta) dopo il triplete bianconero di ieri ha sbottato: “la Juve dovrebbe giocare un campionato a parte. Arriveremo ancora secondi”.

Pubblicità

Un campione che arrivato ai trentotto anni ha visto in anticipo il tramonto del suo secondo scudetto, ma che ha ancora la forza di dire quello che pensa, scrollandosi di dosso le accuse di “complottista”, di “piagnone”, di “coglione” con un gigantesco teschio sulle palle di Agnelli, talmente potente che l’ha lasciato senza fiato. A replicare ci ha pensato la moglie, come sempre, sui social, tristezza borghese: “Spero che Totti se ne vada e che giochi nel suo campionato.”

È dallo scandalo di Calciopoli, ma per i nostri padri da prima ancora, che la Juventus non dovrebbe più esistere: radiata da qualsiasi competizione, costretta a ricominciare dai pulcini, con un altro nome, con altri colori, con altro stemma, con altri giocatori. E invece è ancora qui, a calpestarci anno dopo anno. A fare il Gallo sulla monnezza di un campionato sfinito, che ieri sera ha visto la sconfitta cosmica dell’unica concorrente allo scudetto.

Ma dopo ogni tempesta domenicale, c’è sempre la quiete dell’infrasettimanale: la Champions League. Vedere la Juventus alla terza partita in Europa già costretta a vincere con l’Olympiakos per “non complicare il girone”. È la nostra piccola gioia, che consola per metà.

Forse un giorno il sogno di Totti e della wag di Agnelli si avvererà, e quello sarà un grande giorno. Ci saranno davvero due campionati. E mentre da una parte ci sarà “la squadra più titolata d’Italia” dall’altra, a sud di Torino, e a nord di Cosenza, si parlerà finalmente una lingua comune: quella della Vecchia Signora, s apostrofo ignora.

Pubblicità

E noi, nel frattempo, prima dell’avvento, come pazienti figli di Dio, domenica dopo domenica, sberleffo dopo sberleffo portiamo avanti il nostro credo: che si vinca o che si perda: Juve Merda! Juve Merda!

Gli anti-juve dicono sempre le stesse cose? Vai alla pagina successiva per leggere il parere opposto.

SAPETE SOLO ROSICARE

Di Valentino Spadolini

Foto via Flickr.

Partiamo dal presupposto che tentare di far cambiare idea a un non juventino su qualsiasi cosa ruoti attorno alla Juventus è praticamente impossibile. Quasi sicuramente la mia tesi non servirà ad altro che predicare ai convertiti e scatenare le ire dei tifosi avversari; i precedenti sono troppi per tentare di scalfire l'odio e il risentimento sedimentati: il gol di Turone, il rigore di Brady, Zeman VS doping, Ronaldo VS Iuliano, le telefonate di Moggi, il goal di Muntari ecc ecc. Ma tant'è.

Innanzitutto voglio chiarire subito un punto: la Juventus ieri sera non doveva vincere la partita. Gli errori arbitrali hanno obiettivamente condizionato il risultato: i tre gol della Juventus erano irregolari, mentre quelli della Roma no. Fine.

La questione a questo punto, secondo me, non riguarda tanto chi avrebbe dovuto vincere ieri sera, ma piuttosto quanto sia credibile il clima complottista su cui Totti ha gettato benzina con le sue dichiarazioni. Nonostante l'amarezza fosse comprensibile, trovo che le parole di Totti siano stucchevoli e pretestuose: l'anno scorso, se ne faccia una ragione, hanno perso meritatamente.

Pubblicità

Sostenere che un episodio, come ad esempio quello del gol di Paloschi, possa condizionare il corso di un campionato che termina con una squadra a quota 102 punti è semplicemente ridicolo. L'ultima volta che era stato allo Juventus Stadium non mi pare ci fossero stati troppi appelli da parte sua.

Per quanto riguarda ieri invece: uno scontro diretto giocato il cinque di ottobre, nel totale di un campionato con 38 partite, ha la stessa rilevanza di un peto durante un tornado. Se sono così competitivi come sostiene, allora che lo dimostrino. Senza scuse. Mettere le mani avanti in questo modo è quasi infantile.

In più, episodi a parte, non mi sembra che la Roma abbia propriamente dominato la gara: le statistiche riportano un totale di due tiri nello specchio della porta. La verità, che Totti lo ammetta o pure meno, è che la Juventus è ancora oggettivamente superiore. Sia nell'organico che nell'atteggiamento.

D'altra parte attaccarsi soltanto ai torti subiti non è nuovo per Totti: nel 2010, mentre la Roma stava per perdere lo scudetto contro una delle Inter più forti di tutti i tempi, ed essere riuscita a rimanere in testa non più di due gare facendosi battere in casa dalla Sampdoria, Totti dichiarò che gli stavano rubando un altro scudetto. Le dinamiche di quel furto non mi sono mai state chiare.

Ricordo solo la frustrazione un po' pezzente sfogata sulla gamba di Balotelli in finale di Coppa Italia. La tipica frustrazione di chi, nonostante fosse stato palesemente il giocatore italiano più forte degli ultimi 20 anni, si fosse autocostretto a giocare per tutta la carriera con i mezzoni che era possibile acquistare dopo i debiti di Sensi e i salvataggi in extremis delle banche.

Sempre parlando di Inter, poi, andrebbe poi ricordato a Garcia che ha giocato anche lui con aree di 17 metri. Ma non sviolinò troppo quella sera.

In definitiva penso che il nervosismo di ieri sera, oltre che dagli episodi, fosse dovuto alla constatazione diretta che anche quest'anno, nonostante tutta la propaganda estiva sul cambio di allenatore e la pancia piena che avrebbe rallentato la Juventus, lo scudetto per loro sarà difficilissimo da vincere. Fare tutto questo piagnisteo con annessa interrogazione parlamentare mi sembra solo un modo per pararsi il culo in caso di fallimento, visto che a differenza dello scorso anno partono come favoriti alla pari.