'Resident Evil 7' è il gioco horror che aspettavamo da 20 anni

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'Resident Evil 7' è il gioco horror che aspettavamo da 20 anni

Un sussulto a ogni angolo.

Questo articolo è apparso originariamente su Waypoint.

Tutte le sere, durante l'ultima settimana, ho atteso che mia moglie e mio figlio si mettessero a letto per indossare il casco VR della PlayStation e fare partire Resident Evil 7. In generale, dopo circa 90 minuti, ero costretto a rimuoverlo—era davvero troppo per me. Inevitabilmente, il mio cuore iniziava a battere all'impazzata, avevo i muscoli tesi e il fiatone. Resident Evil 7 non è solo un semplice remake di un franchise che non ha bisogno di essere rinnovato; ma uno dei migliori giochi horror a cui io abbia mai giocato, una sorta di 'Non aprite quella porta' interattivo che, al momento, costituisce anche la migliore ragione per comprare un casco VR.

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A casa mia ho solo un poster del 1996 del gioco. L'ho trovato in una scatola nella soffitta dei miei genitori. Da quando sono nato, ho amato moltissimi videogame, ma pochi di questi hanno cambiato la mia vita. Resident Evil è uno di questi. I corridoi della Spencer Mansion sono scolpiti per sempre nella mia memoria e ho ancora i brividi quando ripenso al cane zombie che salta attraverso una delle finestre, all'inizio del gioco.

Sono anni che spero di rivivere quelle sensazioni e Resident Evil 7 si avvicina in maniera incredibile all'obbiettivo. Tendenzialmente, da anni, ogni episodio della serie tende ad essere un po' più debole di quello precedente, in termini di spettacolarità e di quanto aggiunge all'immaginario della saga. Ma in questo caso, anche se Resident Evil 7 segue la scia di Resident Evil 6, un videogame noiosissimo in cui i giocatori devono affrontare un insetto gigante sul tetto di un edificio, in realtà, si tratta di un reboot. Il gioco contiene qualche riferimento ai suoi predecessori, ma non è costruita sulle dinamiche ormai ammuffite su cui il marchio ha campato in malo modo negli ultimi anni.

Ecco, se vi siete mai chiesti se Capcom riuscirà a spaventarci nuovamente, non avete di che preoccupavi. Con il passaggio dalla terza alla prima persona, Resident Evil 7 ravviva la tensione latente e costante su cui si basava il fascino del videogame originale che faceva sentire il giocatore isolato e lo metteva a confronto con la propria solitudine. Resident Evil è un "survival horror" perché ti lascia appeso a un filo, senza disporre mai di munizioni sufficienti perché tu possa sentirti veramente al sicuro. Nel corso del tempo, la serie ha perso questa atmosfera, sacrificando il senso di orrore a favore dell'azione, ma ora le cose sono cambiate. Ogni proiettile è prezioso e spesso si tende a scappare piuttosto che combattere. Quando ci si avventura in un nuovo corridoio senza sapere cosa aspettarsi, si continua a mormorare tra sé e sé cazzocazzocazzo. In generale, non si è mai troppo tranquilli.

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L'azione di Resident Evil 7 si svolge principalmente in un singolo edificio, tutto ciò rende il gioco piuttosto claustrofobico—ogni corridoio percorso corrisponde a un sacco di stress accumulato. Resident Evil 7, come il primo gioco, si svolge in un ambiente ristretto e denso di stimoli che si modifica costantemente con il passare del tempo. Non è raro che capiti di spendere cinque o dieci minuti nella stessa stanza, nella speranza di trovare delle munizioni, un kit medico o delle note che spieghino cosa diavolo stia accadendo. Quando si lascia una stanza, ci si ritrova spesso a dirsi "ho perso di sicuro un trucco" (anche se il gioco offre una funzione che evidenzia per pochi istanti gli oggetti nascosti. Usatela!)

Si tratta di un gioco in cui non si parla, e non si gira mai senza un'arma in mano. Resident Evil 7 a volte è terribilmente calmo, suscita un falso sentimento di sicurezza per farlo precipitare meglio nell'orrore che segue. Quando le cose accelerano, non è mai di poco, e si capisce immediatamente cosa hanno dovuto subire le povere vittime nei film della serie Venerdì 13, sapendo che Jason Voorhees poteva essere tranquillamente ovunque.

All'inizio non avete niente per difendervi, se non il vostro cervello e la vostra capacità di nascondervi. Ma col passare del tempo, finite per trovare delle armi e degli altri utensili che vi permettono di proteggervi un po'. Ma non ci si sente mai al sicuro, e la morte è dappertutto. Si potrebbe pensare che un fucile a pompa possa bastare per sentirsi al sicuro, ma in Resident Evil 7, quando avanzate, non potete fare a meno di pregare e l'angoscia è dentro ogni muro e si nasconde dietro ogni porta. Fa strano trovare a terra un lanciagranate e dirsi "Sì sono proprio nella merda."

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E anche se il tono è generalmente megaserio, il gioco non manca di una certa ironia. Non sorprendetevi se vi si chiede di raccogliere una serie di oggetti strani, come per esempio delle teste di cane di metallo per aprire una porta. D'altronde, dopo essere passati, troverete anche una lettera scritta da uno dei membri della famiglia che si domanda perché le porte sono così strane. "Chi costruisce questo genere di cose?" si chiede il vostro personaggio, dopo essere caduto su un puzzle in puro stile Resident Evil. Evidentemente è una strizzata d'occhio alle radici della serie, senza esagerare o ricadere nell'evocazione dei giochi precedenti. Questo simbolizza bene lo scopo del gioco, in generale: guardare avanti senza dimenticare il passato.

Resident Evil 7 è per PlayStation 4, Xbox One e PC, ma consigliamo di giocarci sulla PS4; la VR è certamente il modo migliore per vivere questa esperienza. Ci ho giocato per ore senza VR e non è stato lo stesso. Con il casco, avevo costantemente i brividi. La VR dona una profondità ineguagliabile alla terribile dimora della famiglia Baker, quasi troppa. Mi veniva sempre un'accidente ogni volta che svoltavo un angolo, nell'attesa di vedere ciò che mi attendeva; allora giravo la testa di 180 gradi come nell'Esorcista per guardare bene la creatura immonda che mi perseguitava. E che sussulti, mio dio.

Quando ho provato Resident Evil 7, l'anno scorso, avevo scritto che mi aveva fatto venire da vomitare, anche se di solito la VR non mi fa questo effetto. Avevo paura che potesse penalizzare il gioco finale, ma per fortuna ho trovato una soluzione. Di default quando accendi la VR il fatto di muovere lo stick analogico verso sinistra o destra fa oscillare la vostra prospettiva di 30 gradi in un colpo solo. Ma solo all'inizio, poi ci si abitua. Altri giornalisti con cui ne ho parlato hanno riscontrato lo stesso problema.

Comunque il gioco non è bello dall'inizio alla fine, e la prima metà è molto meglio della seconda, che tende a ricadere un po' nei difetti del gioco precedente (a volte, è meglio non chiedersi cosa stia succedendo davvero). Ma nei suoi momenti migliori, è davvero il Resident Evil che aspettavo da vent'anni.