Non so cos'ho fatto quest'estate

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A12N4: Il decimo annuale di narrativa

Non so cos'ho fatto quest'estate

Non apro le mail arrabbiate, preoccupate, e/o confuse dagli editor o dagli amici che lavorano a sette diverse pubblicazioni, e le sposto in un file chiamato “APRIRE IN AUTUNNO.”

Questo brano è tratto dal nostro numero annuale dedicato alla narrativa.

Vado a una festa per il primo maggio a casa della nonna di Alex nell'Upper East Side. Metto l'eyeliner che ho comprato per 58 dollari da Bergdorf's. Mercedes, la cameriera che vive con loro, dice, "Oggi sei ok."

Mi gratifica, e lo dico ad Alex.

"E il tuo target audience sarebbe la cameriera?" mi dà una pacca di compatimento sul braccio.

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Suo padre mi dice che sto benissimo, molto in tiro, sembro la cameriera di un cocktail bar. La madre di Alex mi dice di non preoccuparmi, suo marito non sa cosa dice. La nonna di Alex mi dà una piccola pacca sul polso.

"I poveri sono bravi artisti perché devono immaginare quello che non c'è."

Mi presenta a tutti come pittrice. Ben mi porta un canapé e mi dice di smettere di raccontare a tutti i nostri amici che mi ha accusato di aver rubato i suoi coltelli. "Ti ho solo chiesto dove erano finiti," dice. "Stai a casa mia per un mese, torno, e tutti i miei coltelli sono spariti. Ti ho solo chiesto dove erano finiti."

Il mio analista, un russo, è meno impressionato da me di quanto lo sia io quando dico "traditori ideologici," invece di "i miei nemici." A un barbecue, un uomo mi chiede se ho davvero rubato tutti i coltelli di Ben per venderli su eBay. Mi blocca prima ancora che arrivi alla parte in cui non so cucinare: "Nessuno di voi due racconta questa storia in modo che non risulti noiosa."

Il mio ex fidanzato mi manda una mail per dirmi che un uomo gli ha mandato una mail per dirgli che la sera prima mi ha visto a una festa. Sembra che non fossi solo "inebriata" ma che avessi "una tendenza spastica nei confronti dell'arco narrativo."

Frank viene a rendermi le chiavi del mio appartamento ora che posso permettermi di non subaffittarglielo. Gli spiego tutta la situazione, gli leggo tutte le mail a voce alta, alcune anche del 2015, ma lui non fa che fissarmi, con gli occhi vuoti di un pesce, e mi chiama "agenzia reputazionale costituita da una donna sola."

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Dice che gli ricordo una che ha incontrato quando era in un ospedale psichiatrico per ideazioni suicide a 18 anni. Dice che se avesse i miei problemi si ucciderebbe. Gli chiedo quali pensa siano i miei problemi, e lui dice che ha sentito che ho problemi con l'alcol e che ho problemi a trovare un lavoro. Gli dico che non ho cercato nessun lavoro, che è vero, perché non ho detto a nessuno che SoulCycle non mi ha richiamato dopo il colloquio. (Nel colloquio, volevano sapere perché non avevo risposto a due delle sei domande sul loro modulo pre-colloquio. Ho risposto che è perché non ho un colore preferito e—qui ho mentito—non so come mi descriverebbero i miei amici.)

Riporto tutto quello che dice Frank in una mail per il mio ex fidanzato, e lui risponde in due minuti: "Kaitlin. Il punto è questo. Che tu sia bella e brava o stupida e schifosa, questo non cambierà il tuo destino." Nel 2011 aveva scritto in una mail: "O stai con noi o stai con Psychology Today." Faccio una ricerca tra le mie mail.

"Errore classico" ha "1-100 di molti" risultati. Cancello una mail da Sallie Mae, una mail da Navient, una mail da ConEd, e una mail da Equinox. Non apro le mail arrabbiate, preoccupate, e/o confuse dagli editor o dagli amici che lavorano a sette diverse pubblicazioni, e le sposto in un file chiamato "APRIRE IN AUTUNNO." Mando una mail a mia madre e le chiedo 200 dollari. Dice che me li manda in contanti, via posta. Mando una mail all'uomo che chiamo, quando sono in presenza di persone sensibili, "il mio padre separato" e gli chiedo di mandarmi 116 dollari via Western Union per "pagarmi i mezzi," e per favore questa volta di specificare da che paese viene il bonifico perché altrimenti non me lo fanno ritirare. Mi manda una mail per chiedermi se ho un po' di tempo, dato che non ho ancora trovato un lavoro, e se ce l'ho, forse avrebbe senso che lavorassi con lui, a leggere le bozze del romanzo che ha appena scritto in sei settimane in Ucraina mentre aspettava che "Anna" tornasse da un viaggio di lavoro non programmato. ("L'Ucraina no," dice il migliore amico del mio ex fidanzato, in continuazione, alle feste, ogni volta che sono al massimo della mia potenza retorica, e spiego che l'era di internet ha permesso a mio padre di sposare una donna della mia età intrappolata in Ucraina senza passaporto.) Gli rispondo che non ho tempo.

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Mi sveglio a mezzogiorno, faccio la coda, metto i soldi della Western Union nel portafoglio, chiamo il Poeta Danese, salto un tornello e mi siedo sul suo letto con le gambe incrociate a parlare delle mie finanze e a strofinarmi le gengive con l'ultima pasticca Elon Musk che ho preso a Los Angeles. Mi consiglia il libro che sta leggendo da sei mesi sul riconciliarsi col padre, anche se lui deve ancora riconciliarcisi, con suo padre.

Mi piace il Poeta Danese perché mi ha messo nel suo romanzo, che l'Artista Danese mi ha detto essere stato pubblicato "e accolto da un certo entusiasmo" in Danimarca. Io sono descritta come "una femminista." Nell'ultima bozza lui, "il poeta minore," chiamava me "la rossa," e l'Artista Danese "il grande artista."

Al tempo, avevo detto che era sessista dare ai due uomini una professione e alla donna un colore di capelli. Errore classico. Dato che ha scritto il romanzo in danese e non ha ancora trovato un editore inglese, l'unica traduzione che ho del libro è quella che mi ha mandato via mail l'Artista Danese.

Riassumo: Un poeta minore e un grande artista sono migliori amici. Il poeta minore incontra una femminista a una cena in onore del grande artista in una galleria. Sono mesi che lei insegue il grande artista. (Vero.) Non era invitata alla cena dell'artista. (Vero.) Dato che il grande artista la ignora a cena (Discutibile), lei si fa il poeta minore. Il grande artista le dice di scegliere tra i due uomini. Lei non può. Vanno tutti a casa del poeta minore, perché non è una bella casa (Vero), e il grande artista ha paura che la femminista rubi qualcosa a casa sua (Vero). Lei rimane incinta. (Spero di no.) Li chiama entrambi al telefono. Il grande artista non risponde, perché sta tenendo una conferenza. (Plausibile.) Il poeta minore non sta facendo niente, perché è disoccupato. (Vero.) Crescono il figlio insieme. Non chiede il test di paternità. 

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Dico all'Artista Danese che ho scritto la mia versione di quello che è successo tra noi in forma di racconto. Si arrabbia e mi dice che non mi parlerà più. Tre giorni dopo, mi scrive una mail per dirmi che se ho intenzione di pubblicarla, devo scriverci che lui è l'Artista Svedese. Dico, "Ok," e inoltro la sua mail al mio ex fidanzato, che risponde: "Smettila di mandarmi mail su altri ragazzi."

Gli chiedo di pagarmi l'affitto. Dice, "Ok, ma non dirlo a nessuno." Mando un messaggio alla mia mentore per dirle che il mio ex fidanzato mi paga l'affitto così non c'è bisogno che lo faccia lei ma grazie lo stesso. Non pubblico la mia versione della cosa a tre, in caso mi vada di continuare ad andare a letto con il Poeta Danese e l'Artista Danese.

Il mio analista mi disegna un grafico. "Dopo un mese, dovresti decidere se il rapporto è esclusivo." Disegna un grosso cuore e scrive: esclusivo. Poi disegna un cuore con un fulmine che lo trapassa: matrimonio o rottura. "Questo è dopo sei mesi." Lo appendo sul frigo.

Una mia coinquilina del 2010, inglese, era andata a una festa e aveva detto, "La gente di New York parla solo d'amore." Un uomo le aveva risposto, "No. Tu vivi con Kaitlin Phillips."

Una donna di fianco a me sulla linea F sta leggendo un volantino su "Come vivere da sole in sicurezza." Voglio inciamparle addosso ma non lo faccio. Una senzatetto a un internet café di fronte a Strand posta su Facebook, "SOLA!!! SINGLE!!! CERCO ANIMA GEMELLA!!! AL COMPUTER PER UN'ORA."