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Tecnologia

Lo scienziato senzatetto che ha dimostrato che l'altruismo non esiste

Dopo aver formulato la sua famosa equazione, George Price si è sgozzato con delle forbicine per le unghie.
Immagine: via New Scientist

6 gennaio 1975. Un giovane immigrato israeliano apre la porta del suo squat nella zona nord di Londra e trova il cadavere di un senzatetto. George Price aveva reciso la propria arteria carotidea con un paio di forbicine per le unghie.

Una fine sanguinosa per un uomo problematico che credeva di essere stato scelto da Dio per rivelare un segreto circa la natura segreta dell'amore. Le sue rivelazioni forse non furono divine, ma erano senza dubbio ispirate—e finirono per contribuire in maniera significativa alla nostra comprensione della biologia evoluzionistica.

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Il viaggio di Price, da eccentrico studente di Harvard a reietto delirante, fu innescato dal desiderio di veder scritto il proprio nome nella storia della scienza.

Dopo aver portato avanti ricerche riservate sugli effetti delle radiazioni atomiche nel progetto Manhattan negli anni '40, iniziò a lavorare nella ricerca sul cancro e successivamente nella neonata industria informatica, negli anni '60. Affermò di essere stato il primo ad avere l'idea di fare design con il computer, prima che i suoi impiegati all'IBM gliela rubassero.

"C'era qualcosa in George che tendeva selvaggiamente alla grandezza" disse Oren Harman, autore di The Price Of Altruism, una biografia su Price. "a un certo punto, prima di trasferirsi in Inghilterra, era in contatto con quattro diversi premi Nobel, in quattro diverse discipline di ricerca e con ognuno sosteneva di aver fatto una scoperta che gli avrebbe dato la fama."

Erano tutti consapevoli della sua ovvia intelligenza, ma c'era un qualcosa del suo intelletto che era come un diamante grezzo, non ancora lavorato."

LONDRA

Price lascia la nativa New York nel 1967, insoddisfatto del mancato riconoscimento scientifico che avrebbe invece dovuto ottenere ormai quarantenne. Lascia un lavoro sicuro alla IBM, dove gli era intollerabile che un'invenzione che considerava sua venisse sviluppata con successo dai colleghi. Lascia sua moglie e le sue due figlie.

Lo scienziato soffriva inoltre di una paralisi parziale, derivatagli da un'operazione fatta male per rimuovere un tumore alla tiroide. L'operazione chirurgica era stata fatta da un vecchio amico dottore, e lo lasciò se non in fin di vita, quasi.

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Arrivò a Londra all'apice dell'estate. Si sarebbe fatto un nome nel giro di pochi anni.

La sua vita a Londra era piuttosto solitaria. Price non fu mai un tipo particolarmente socievole, ma ora si trovava completamente solo in una città straniera.

Forse furono proprio i pensieri che rivolgeva alla famiglia abbandonata a NY a spingerlo verso il lavoro di Bill Hamilton sulla selezione parentale, teoria secondo la quale l'evoluzione può favorire la sopravvivenza dei propri parenti rispetto al proprio successo riproduttivo, in determinate circostanze.

Hamilton è ora riconosciuto come una delle migliori menti nel campo della biologia evoluzionistica, forse addirittura come il più influente dopo Darwin, ma all'epoca era quasi sconosciuto. Con lo stesso spirito con cui aveva perseguito obiettivi accademici in precedenza, come quello di fare ricerche sul cancro sviluppando tecniche di microscopia a fluorescenza, Price non aveva alcuna esperienza pregressa.

"Iniziò ad interessarsi alla problematica dell'evoluzione della famiglia proprio quando capì pienamente di aver abbandonato la sua", disse Harman.

La teoria della selezione parentale di Hamilton ci offre una spiegazione su come l'altruismo cambi a seconda del membro della famiglia estesa a cui è diretto. Se accompagni tua sorella in macchina all'aeroporto sei certo che metà dei tuoi geni andranno in vacanza in maniera sicura, ma probabilmente non vale la pena svegliarsi alle 4 di mattina per tuo cugino. La regola di Hamilton (rB>C) descrive con eleganza come un'interazione comportamentale potrebbe evolversi, a patto che il beneficio per il ricevente(B), soppesato in base al grado di parentela(r), sia maggiore del costo(C) per chi compie l'azione. Questo spiega perché le api pungano—il costo della loro vita sacrificata è minore del beneficio della protezione dell'alveare.

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Questa fu una pietra miliare nella comprensione della biologia evoluzionistica. Fu subito evidente che i nostri geni non erano così leali e devoti quanto ci sarebbe piaciuto pensarli. Infatti ci avrebbero volentieri visti morti purchè questi stessi geni sopravvivessero nei corpi di altri. Richard Dawkins in seguito rese popolare quest'idea in The Selfish Gene, dove descrisse gli esseri umani come "robot programmati per preservare le molecole egoiste conosciute come geni".

Price vide molti limiti nella regola di Hamilton; non sempre funzionava così e poteva essere utilizzata solo per spiegare alcuni tratti comportamentali. La sua bellezza era nella sua semplicità, ma Price non era un uomo semplice. Egli derivò una sua equazione per descrivere non solo la selezione parentale, ma i cambiamenti evolutivi in generale.

"Andò nelle librerie di Londra aperte di recente, trovò l'articolo di Hamilton e in seguito vi scrisse una sua equazione" racconta Harman. "che poi portò con se, andando direttamente all'ufficio del professore di biostatistica alla UCL(University College London), al quale si presentò dicendo 'mi chiamo George Price, questa è la mia equazione, cosa ha da dire lei a riguardo?'. Gli vennero presto date le chiavi per il suo ufficio personale e un programma di ricerca fu istituito per lui."

L'EQUAZIONE DI PRICE

L'equazione di Price (wΔz=Cov(wi,zi)+E(wi,zi)) è una descrizione esaustiva della relazione che corre tra un tratto(z) e la sua adattabilità (w). La parte di equazione che riguarda la covarianza (Cov(wi,zi)) è una descrizione matematica di semplice logica Darwiniana. La covarianza è una misura di associazione, quindi se si ha un tratto associato positivamente alla sua adattabilità questo diventerà più frequente.

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Altro non è che una traduzione matematica dell'espressione "sopravvive il più adatto".

Le cose si fanno interessanti quando osserviamo la parte dell'equazione che riguarda l'aspettativa (E(wi,zi)). Questo riguarda tutti quei fattori che disturbano il processo di selezione naturale (la parte di equazione relativa alla covarianza). Per esempio, uno di questi fattori potrebbero essere geni egoisti che si comportano a danno dell'individuo.

L'equazione ci permette di esplorare gli effetti della selezione naturale da diverse prospettive. Per esempio, le popolazioni competono le une contro le altre allo stesso modo in cui competono gli individui? Oppure, i geni egoisti si comportano come si comporta una persona egoista?

Invece di modellare i tratti e l'adattabilità degli individui, potremmo ora modellare tratti e adattabilità di un insieme di gruppi.

La parte dell'equazione relativa alla covarianza (Cov(wi,zi)) descrive ora le pressioni che avvengono tra gruppi in competizione e la parte relativa all'aspettativa (E(wi,zi)) descrive i fattori che disturbano le pressioni selettive. Questo ci permette di creare un modello in cui il comportamento di individui egoisti compromette l'adeguatezza del gruppo, allo stesso modo in cui il comportamento di geni egoisti influenza l'adattabilità di un individuo.

L'equazione di Price spiega come tutti i tratti comportamentali si sono evoluti grazie a qualche entità della gerarchia biologica: che si tratti del gruppo sociale, del gruppo familiare, dell'individuo o del singolo gene. Egli dimostrò come, essenzialmente, quando crediamo di comportarci in maniera altruista ed amorevole, le nostre azioni siano in realtà ben calibrate su una scala di interesse personale.

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Price iniziò a richiamare l'attenzione di alcuni dei più influenti studiosi di biologia evoluzionistica. Con Bill Hamilton si sviluppò un rapporto lavorativo eccezionale e una profonda amicizia. Ma il comportamento di Price stava diventando sempre più strano.

"HO UNA HOTLINE CON GESÙ"

Dopo essere stato un ateo convinto ed ultra razionale tutta la sua vita, dall'oggi al domani Price si converte al Cristianesimo evangelista. Passava giorni interi a leggere la Bibbia, cercando ossessivamente codici nascosti. Gesù gli era apparso in una visione, sosteneva, per dirgli che era stato scelto da Dio per rivelare al genere umano le implicazioni della sua equazione.

Convinto di essere nelle mani di una forza superiore, i suoi modi divennero sempre più fatalisti. Price credeva di star ubbidendo al volere di Dio. Si dichiarò uno "schiavo" e smise di prendere i suoi farmaci per la tiroide, per lasciare che Dio decidesse di farlo vivere o morire.

"Credeva di essere stato scelto da una divinità per rivelare le sue scoperte all'umanità," racconta Harman.

"Provò anche a coinvolgere Hamilton nella ricerca di codici all'interno della Bibbia perché pensava che avessero lo stesso tipo di intelligenza, lo stesso modo di penetrare una materia. Ma Hamilton ovviamente era ateo, non credente, voleva molto bene a George ma lo ritenne completamente pazzo."

"Penso fosse giunto alla conclusione che se possiamo formalizzare l'evoluzione di tratti come l'altruismo, questo significa che l'altruismo non è affatto ciò che pensiamo che sia" continua Harman. "C'è quella citazione che dice 'graffia un altruista e osserva un egoista sanguinare.' Quello che George sosteneva, in pratica, è che se possiamo spiegare formalmente come si evolvono tratti come l'altruismo, ciò significa che il tratto in sé porta sempre vantaggi in qualunque livello della gerarchia biologica si stia evolvendo. Il meglio che il processo naturale possa fare è una specie di gentilezza di seconda mano, un altruismo che ha ben poco di altruistico, ma piuttosto è soprattutto egoismo."

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Un collega al UCL si ricorda di lui che percorre il corridoio urlando "ho una hotline con Gesù". Nonostante le sue stranezze psicologiche, stava già rivolgendo la sua attenzione a nuove idee riguardo l'evoluzione della socialità.

In precedenza Price era stato immerso nella politica della Guerra Fredda, mentre lavorava al progetto Manhattan, e negli anni '50 stava scrivendo articoli aggressivi per mettere in guardia sulla minaccia del comunismo e sul bisogno di arrivare primi nella corsa agli armamenti. Nel 1957 pubblica un articolo, intitolato "Arguing the case for being panicky", dove descrive come gli Stati Uniti sarebbero presto stati annessi all'Unione Sovietica se non fossero stati preparati a reagire alla minaccia sovietica. Le sue considerazioni erano basate sul processo decisionale strategico conosciuto come teoria dei giochi.

Dopo essersi fatto un nome nella biologia evoluzionistica, Price ritorna ai suoi interessi politici ed economici sulla Guerra Fredda e inizia a lavorare sull'equilibrio di Nash.

EVOLUZIONE E TEORIA DEI GIOCHI

"L'ambizione individuale serve al bene comune" disse Adam Smith, padre dell'economia moderna. Quello che intendeva era che se ognuno persegue i propri obiettivi questo produce nel miglior risultato per la collettività. Ma John Nash era di altro avviso. Durante gli studi per il suo Ph.D a Princeton, verso la fine degli anni '40, trovò delle falle nelle teorie di Smith. Nash ipotizzò che le decisioni migliori che potevano prendere le persone si basavano sulle azioni degli altri coinvolti. Quando tutti si comportano in un modo che porti massimo beneficio tanto al gruppo quanto a se stessi, abbiamo l'equilibrio di Nash. Nel film biografico su Nash, A Beautiful Mind, ci viene mostrato come esempio il gruppo di amici che corteggia la ragazza più attraente in un bar; ognuno ostacola i tentativi degli altri. Quando ormai hanno abbandonato l'idea di corteggiare lei, le sue amiche non vogliono certo essere la seconda scelta. Nash dice che se fin dall'inizio tutti loro corteggiano le amiche meno attraenti "non ci ostacoleremo a vicenda e non sarà un insulto per nessuna delle ragazze. È l'unico modo per vincere. È l'unico modo in cui riusciamo tutti a scopare."

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Quasi 25 anni dopo che Nash aveva scritto queste teorie nella sua tesi di dottorato sulla Teoria dei Giochi, Price inizia ad interessarsi all'equilibrio di Nash ed inizia a lavorare con un altro acclamato biologo evoluzionista, John Maynard Smith.

Nel novembre 1973, Price e Maynard Smith scrivono un articolo determinante chiamato "La logica del Conflitto Animale" dove introducono l'idea di Strategia Evoluzionistica Stabile(ESS). Una ESS avviene quando un'intera popolazione adotta una strategia comportamentale che nessuna strategia mutante riesce a modificare con successo. Proprio come per l'equilibrio di Nash, questo accade quando ogni individuo prende la decisione migliore per se basandosi sulle decisioni prese da ognuno degli altri giocatori.

La Strategia Evoluzionistica Stabile spiega perché, ad esempio, gli esemplari maschio di renna hanno grosse ed ingombranti corna, che sono più decorative di quanto non siano pericolose. Ci mostra come sia un beneficio per l'individuo potersi affrontare in schermaglie, senza arrivare ad un vero e proprio combattimento. Questo meccanismo atto a limitare i danni è un ottimo esempio di una Strategia Evoluzionistica Stabile.

L'articolo rivoluziona la maniera in cui i biologi pensavano l'evoluzione comportamentale, e Price finalmente inizia ad ottenere il riconoscimento accademico che cercava. Richard Lewontin, biologo evoluzionista acclamato da Harvard, che era stato in passato sfuggente quando Price aveva cercato di attirare la sua attenzione, ora si ritrovava a scrivere a Price dicendogli di essere stato "troppo stupido" per capire il suo lavoro e che sperava in una comunicazione tra loro in futuro.

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ALLA RICERCA DELL'AMORE DISINTERESSATO

Ci si potrebbe immaginare Price a festeggiare i suoi successi, ma sarebbe un errore. Spinto dalle visioni di Cristo e messo in difficoltà dall'apparente cuore nero dell'altruismo, Price aveva donato gran parte dei suoi averi e dei suoi soldi ai senzatetto e ai deboli di Camden.

"Se ciò che ci insegna la scienza riguardo all'amore e al donare è che non si tratta mai di amore disinteressato o sacrificio, allora c'è un problema, e George decise di provare a trascendere questo paradosso," dice Harman.

"Ed ecco cosa lo portò alle strade di Londra," continua Harman, "e alla convinzione che il suo scopo nella vita fosse quello di essere un grande altruista. Credo che fosse arrivato a pensare 'okay, tutto questo donare da parte mia è meraviglioso, questo è il mio tentativo di trascendere la mia miracolosa matematica. Ma sono davvero genuino nel farlo? Sto davvero donando ai senzatetto in maniera totalmente disinteressata?'"

Price si era allontanato dall'interpretazione ossessiva della Bibbia, aveva deciso di mettere in pratica i propri insegnamenti, per testare i limiti del suo stesso altruismo. In una lettera che invia a Maynard Smith nel 1972, Price scrive "al momento mi trovo a possedere solo 15 pence… Mi rassicuro dicendomi che gli standard divini di disastro saranno presto compiuti. Assaporo già il momento in cui anche questi ultimi 15p non ci saranno più." Si ritrova ben presto a dormire in strada e a pulire i bagni in un ufficio di Euston Road.

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Price trova poi rifugio in Tolmer's Square, vicino alla stazione di Euston. A un tiro di sasso dallo UCL, era un centro della contro cultura, una comunità di squatter con una atmosfera di etica collettivista. Il rapace della Guerra Fredda ora spalleggiava con persone che non avevano alcuna intenzione di seguire il copione.

"Erano gli anni '70" racconta Sylvia Stevens, una vecchia amica di Price a Tolmer's Square. "Era il momento in cui credo politico e personale si stavano unendo. Facevamo gli squatter come atto politico, perché vi erano un sacco di appartamenti vuoti e non vi erano abbastanza case. C'era questo tipo che assieme a sua moglie aveva aperto un panificio, al muro avevano appeso una banconota da 10 sterline con scritto sopra 'non accettiamo denaro'. Era come se questa comune e molti diversi tipi di persone fossero piuttosto tolleranti gli uni con gli altri."

Price, ormai senzatetto, si ambientò bene in questa folla. "George era solo uno dei tanti che giravano da queste parti," ricorda Stevens. "è chiaro che come senzatetto preferiva gravitare dalle parti di Tolmer's piuttosto che vivere da solo sotto un ponte. Sai, qui c'era un ambiente culturale stimolante."

Stevens, regista e co-fondatore di una casa di produzione cinematografica a nord di Londra, aveva vent'anni quando conobbe Price, ormai giunto alla mezza età. Se lo ricorda come un personaggio eccentrico, ma molto affettuoso. Non aveva idea che lui fosse uno scienziato di tale importanza, fino a quando, pochi anni fa, non venne contattata da Oren Harman, che stava facendo ricerche per una biografia di Price.

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"Un giorno decide di dar via le sue scarpe, sai, allora si ritrova senza scarpe," ricorda lei. "non so se quello che prese le sue scarpe ne avesse davvero bisogno. Forse si, o forse non gli servivano davvero. Penso che George ad un certo punto avesse deciso che la scienza non era abbastanza, che le persone dovevano cambiare il mondo o almeno questo è quello che avrebbe fatto lui."

"Era un uomo problematico, ma ho sempre immaginato, fin dall'inizio, che nella sua vita precedente fosse stato piuttosto importante," dice Stevens. "E poi, aveva quest'idea che mi avrebbe sposata. Continuava a dire che ci saremmo trasferiti negli Stati Uniti, per vivere nel Midwest, che avremmo avuto un sacco di bambini e cani e gatti…"

Quando Price fu trovato morto, venne trovato anche un messaggio di addio a Stevens. "In pratica diceva che non l'avrei sposato… lo dico esitando perché non voglio risultare drammatica e inoltre non mi ricordo le esatte parole," continua lei "ma insomma, lui disse che era tutto molto difficile, che voleva avere una nuova vita con me e che io non volevo averla con lui, e allora non vedeva nessuno scopo nell'andare avanti, tutto qua."

Il suicidio non era menzionato nella lettera.

"No, non avrei sposato George, ma non è che gli avessi mai detto si, o no," dice Stevens "Sai, dava l'idea di essere una di quelle persone che hanno bisogno delle proprie fantasie ed era più un 'certo George, dai su, ci vediamo domani.' Mi rendo conto di quanto suoni sprezzante, ma non lo era affatto, se non altro perché metà delle volte non potevi capire quando George stesse parlando sul serio o meno."

Price morì da solo, senza ricchezze o possedimenti, quindi non ci sorprende che sia stato seppellito in una tomba senza nome al cimitero di St Pancras.

"Pochissime persone lo accompagnarono nell'ultimo viaggio verso la tomba," racconta Harman. "C'erano forse dieci persone quel freddo giorno di gennaio, nel 1975, metà dei quali erano compagni di George sulle strade di Londra. Gente senza casa, sopra cui lui era disceso, quasi fosse un angelo, per provare ad aiutarli, che non si immaginavano nemmeno che in realtà lui fosse uno scienzato di quel calibro- e poi c'erano due dei più grandi scienziati del tempo, Bill Hamilton e John Maynard Smith. E credo che Hamilton e Maynard Smith fossero parte di quella minoranza di scienziati che aveva capito il contributo scientifico di George." Hamilton si spinse al punto di dire che Price fu "probabilmente il più brillante pensatore che abbia mai conosciuto" stando a ciò che racconta Harman.

Il lavoro straordinario di George Price avvicinò visioni apparentemente conflittuali, semplificandole e unendo idee complesse riguardo l'evoluzione dei comportamenti. Ma alla fine, Price sentì che la scienza non poteva più rispondere ai quesiti che lui si stava ponendo.

Forse le sue stesse conclusioni su come siamo spinti ciecamente verso il nostro destino dal potere intangibile dei nostri geni erano troppo per un uomo così sensibile, la cui scienza era troppo lontana dalla sua emotività.