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L'iniziativa ambientalista che ha danneggiato le Linee di Nazca

Alcuni attivisti di Greenpeace hanno maldestramente danneggiato il sito del patrimonio UNESCO delle Linee di Nazca, in Perù.
​Immagine: Greenpeace

​Il mattino dell'8 dicembre a Nazca, in Perù, un gruppo di attivisti di Greenpeace ha portato avanti una dimostrazione per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione energie rinnovabili, in occasione della Lima Climate Change Conference, in corso dall'1 al 12 Dicembre a Lima, in Perù.

Il gruppo si è recato nei siti delle Linee di Nazca, una serie di geoglifi situati su un altopiano del deserto di Nazca che ritraggono figure di animali e che vengono fatte risalire a un periodo tra il 300 a.C e il 500 d.C. Gli autori sarebbero i membri della civiltà Nazca, scomparsa nel VI secolo d.C.

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I disegni sono tuttora visibili grazie al clima del luogo, particolarmente secco: le linee, infatti, sono state tracciate semplicemente rimuovendo delle pietre dal terreno, rendendo così il contrasto con la superficie sottostante.

Non ci sarebbe alcun problema nella dimostrazione di Greenpeace, se non fosse che quello delle Linee di Nazca è un sito patrimonio dell'UNESCO dal 1994, e che dunque richiede diverse autorizzazioni per poter essere attraversato.

L'accesso all'area è fortemente ristretto perché dannoso per i geoglifi stessi: il terreno pietroso e desertico è infatti fortemente suscettibile a qualsiasi tipo di calpestamento. Basti pensare che gli archeologi, per entrarvi, devono richiedere un'autorizzazione ministeriale e munirsi di una sorta di racchette da neve per distribuire il peso su una superficie più ampia, riducono l'incidenza dei passi dei ricercatori sul terreno.

Il problema sta proprio qui: gli attivisti di Greenpeace non hanno richiesto alcuna autorizzazione e, sopratutto, si sono recati sul sito sprovvisti dell'attrezzatura richiesta, posando sopra il terreno dell'altipiano dei pezzi di stoffa che dovevano andare a formare la scritta "Time for change! The future is renewable. Greenpeace." Il risultato sono dei sentieri tracciati dai passi degli attivisti, che hanno danneggiato irreversibilmente il sito delle Linee.

Nel materiale raccolto da Greenpeace per raccontare l'iniziativa, però, l'associazione ha tentato di nascondere i danni, come dimostrato dal fotografo Andrew Dare, che ha messo a paragone le foto pubblicate da loro con il video che hanno girato. Nel primo caso, il sito è ancora immacolato, nel video invece le tracce dei passi degli attivisti sono ben visibili.

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Il fotografo Andrew Dare evidenzia il tentativo di Greenpeace di nascondere i danni nelle foto ufficiali dell'iniziativa. via ​Italia Unita per la Scienza

ll governo peruviano ha immediatamente condannato l'iniziativa, ribadendo la necessità di autorizzazioni e precauzioni per entrare nel sito. Nello stesso momento, Greenpeace, sommersa di domande sull'accaduto, nega e afferma che l'iniziativa non ha provocato alcun danno al sito.

Due giorni dopo l'accaduto, ieri, Greenpeace ha pubblicato delle scuse ufficiali, affermando di "essere pronta ad affrontare le giuste e ragionevoli conseguenze del gesto". Il The Guardian segnala che il governo del Perù è pronto ad intraprendere azioni legali nei confronti dell'associazione.

Nel frattempo Greenpeace continua le sua iniziative in occasione del COP, la Conference of Parties, che si sta tenendo proprio a Lima, in Perù, sul tema del cambiamento climatico. Tralasciando il gesto in sé, l'unica domanda che mi viene spontaneo pormi riguarda l'ingenuità dell'associazione. Greenpeace, che da sempre lotta per i "diritti della Terra", danneggia un patrimonio dell'umanità con un'iniziativa del genere?

Segui Federico su Twitter: @twitReolo