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Tecnologia

Perché la Brexit è un potenziale disastro per la tecnologia

La Brexit sarà un disastro per tutti, anche per i videogiochi, le serie televisive e le start-up inglesi.
Giulia Trincardi
Milan, IT
via 1000 Words / Shutterstock.com

Come tutti sappiamo, In Inghilterra si è appena concluso il referendum sulla Brexit in cui i cittadini del Regno Unito sono stati chiamati alle urne per decidere se il paese dovesse o meno rimanere nell'Unione Europea. Il risultato delle votazioni—dove hanno vinto i favorevoli all'uscita con il 51.9%—ha lasciato in tanti sconcertati e ha già dato prova delle proprie preoccupanti conseguenze sia sul piano economico che sociale.

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Cosa devono aspettarsi invece da una realtà post-Brexit i settori della tecnologia e dell'entertainment, per esempio per quanto riguarda start-up, televisione e videogiochi?

La Brexit è stato un referendum caratterizzato da un palese contrasto generazionale: a favore dell'uscita hanno votato soprattutto le persone più anziane, mentre i giovani si sono posizionati in maggioranza per restare nell'UE. Si tratta di una situazione in cui, detta in parole povere, i vecchi hanno deciso il futuro dei giovani, lasciando a chi non l'avrebbe voluto un mondo che paradossalmente non vivranno abbastanza per vedere.

Absolutely brilliant poll on Brexit by Tancredi Palmeri23 giugno 2016

L'industria dell'intrattenimento e della tecnologia è fortemente legata alle generazioni giovani, non solo per demografia di impiego (e di fruizione), ma anche per cultura: la sharing economy spinge (nel bene e nel male) verso un mercato più fluido, che contrasta con i vincoli e le norme che andranno invece probabilmente a intasare il rapporto tra l'Inghilterra (e qualsiasi paese decidesse di seguire l'esempio britannico) e il resto d'Europa.

Senza contare il fatto che molte delle start-up londinesi—come spiega il CEO di Squirrel, start-up che fa parte dell'acceleratore WAYRA—sono composte, fondamentalmente, da immigrati: la Brexit ha, tra le sue motivazioni più esplicite, quella di voler ostacolare l'immigrazione, e per immigrazione non si intende soltanto l'attuale emergenza rifugiati, ma anche chi sceglie di spostarsi per studio e per lavoro: il famigerato fenomeno dei 'migranti economici'.

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L'Inghilterra è leader del settore tech in Europa: considerata uno dei paesi in cui investire grossi capitali è più vantaggioso, è la prima scelta anche per le start-up americane che vogliono espandersi e sfruttare il mercato europeo. Questa condizione, però, rischia di mutare a seguire della Brexit. Molti nomi del settore tech—WAYRA, White Star Capital, Baby2Body e Saberr per dirne alcuni—hanno paventato l'ipotesi che, data la situazione, investire in Inghilterra diventi troppo sconveniente rispetto ad altre nazioni europee e che, di conseguenza, si possa creare un vero e proprio "collasso del talento"—per cui un settore che ha fatto del multiculturalismo la propria forza si ritroverà improvvisamente senza nuove leve.

La paura è che l'Inghilterra non attragga più investitori e che la sua reputazione come hub tecnologico finisca per essere danneggiata.

Secondo un sondaggio della Juniper Research, circa il 65 percento dei lavoratori tech inglesi si è dichiarato aspramente contrario alla Brexit, mentre secondo un sondaggio di Tech London Advocates, il numero di addetti ai lavori tech che vorrebbero che l'Inghilterra restasse nell'UE tocca addirittura l'87 percento: in entrambi i casi, la paura è che l'Inghilterra non attragga più investitori e che la sua reputazione come hub tecnologico finisca per essere danneggiata.

L'altra industria a rischio è quella televisiva: i costi di produzione di serie come Game of Thrones potrebbero infatti impennare in seguito all'uscita dell'Inghilterra dall'UE. Questo perché Game of Thrones è finanziato parzialmente dall'European Regional Development Fund—spiega Foreign Policy—ente il cui principale scopo è stimolare la crescita economica dell'Unione Europea. Inoltre, HBO potrebbe perdere una delle location principali dove viene girata la serie fantasy, ovvero l'Irlanda del Nord (dove la maggioranza ha votato per restare in UE e che ora, insieme alla Scozia, minaccia di abbandonare l'Inghilterra e punta a stringere patti con l'Europa che la salvino dalla volontà del referendum).

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A maggio, centinai di membri dell'industria creativa inglese—che ha beneficiato di quasi 30 milioni di euro di investimenti europei negli ultimi sette anni—ha scritto una lettera pubblicata su Telegraph per spiegare come una secessione dall'UE danneggerebbe le persone che lavorano nelle produzioni televisive e cinematografiche in Inghilterra. Al coro si sono uniti anche nomi celebri, come gli attori Keira Knightley e Benedict Cumberbatch.

Well millennials. We're really really fucked.

lily24 giugno 2016

Infine, la terza industria dal peso non proprio leggero nell'economia internazionale (e legata alle generazioni più giovani) che rischia danni gravi in questo momento è quella dei videogiochi. Con l'uscita dall'UE, oltre ad andare in contro ai problemi causati dal crollo della sterlina (lungi da me volerli sottovalutare), l'Inghilterra potrebbe anche perdere il suo rating tripla A, perché l'unica agenzia di rating che, dopo il 2013, ha continuato a sostenere l'Inghilterra, ha dichiarato di non poterlo più fare in caso di avverata Brexit.

Come per il settore delle start-up, anche per le case che sviluppano videogiochi potrebbe diventare molto complicato mantenere il livello di talento internazionale che vantano adesso—soprattutto sul lungo periodo—, mentre per chi vende videogiochi il mercato inglese potrebbe diventare improvvisamente molto poco appetitoso, ha scritto Wired UK; questo perché, nonostante la sterlina bassa possa portare a maggiori acquisti effettuati da paesi esteri (le sterline valgono meno, quindi compro i giochi dall'Inghilterra invece che nel mio paese), queste vendite varrebbero intrinsecamente poco, essendo il mercato in sé drasticamente più debole.

In sintesi, tre delle industrie più remunerative e floride del momento—e per cui l'Inghilterra ha potuto finora vantare un primato rispetto al resto dell'Europa—saranno con tutta probabilità tra le più danneggiate dalla Brexit.

Può darsi che non sia ancora tutto perduto, considerato che è già

partita una petizione per indire un secondo referendum

. Per quanto potremo comprendere le conseguenze effettive della Brexit solo tra qualche tempo, i pronostici per i settori tecnologici legati all'intrattenimento non sono affatto sereni.