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Tecnologia

E se Google Glass ti analizza per vendere pubblicità?

Combinando localizzazione e movimento oculare, insieme a dati sulle onde cerebrali, Google Glass potrebbe fornire pubblicità davvero mirate.

Per Google, raccogliere informazioni sugli utenti per vendere pubblicità mirate è all’ordine del giorno. Tuttavia, la compagnia si rifiuta di parlare apertamente di quanto i suoi nuovi occhiali possano far decollare questo tipo di business. Ma la riservatezza non è servita ad arginare il fiume di speculazioni sul fatto che Google Glass potrebbe essere l’inizio di una nuova era di pubblicità.

La Personal Neuro, una startup tecnologica interessata a questa industria nascente, ha sviluppato un gadget elettroencefalografico (simile alle cuffie Emotiv EEG) che a contatto col cuoio capelluto registra e analizza l’attività elettrica del cervello in modo da creare svariate app.

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Interpretando i segnali del cervello, può determinare lo stato d’animo, le emozioni e il gusto del consumatore. Affiancate alle funzioni di geo-localizzazione ed eye-tracking di Google Glass, queste informazioni possono essere usate per mandare pubblicità personalizzate a chiunque li indossi. Non succede ancora, ma non è così difficile immaginarlo.

“Il potenziale è incredibile. Le pubblicità possono essere talmente mirate da non essere più pubblicità,” ha detto Tony Gaitatzis, della Personal Neuro (PND), lo scorso mercoledì in un’intervista con Dezeen. “Se la geo-localizzazione ci indica che qualcuno va spesso da Barclays, forse è il caso di cominciare a mandargli le promozioni di Barclays.”

Il principio non cambia da quello delle pubblicità online, che monitorano i nostri spostamenti sul web per servirci, ad esempio, pubblicità di compagnie aeree quando navighiamo su siti di viaggio. Ma con i dati raccolti da un gadget indossabile e connesso a internet, il profilo del consumatore diventa infinitamente più dettagliato, e si insinua nel mondo reale.

Per ora, il dispositivo telecinetico della PND viene venduto come strumento per monitorare lo stato di salute delle persone e per fare brain training. Ma anche se Google non vuole ammetterlo, Gaitatzis è sicuro che in futuro verrà usato principalmente per la pubblicità.

“Non ci è permesso dichiarare che Google Glass verrà usato come piattaforma pubblicitaria,” ha detto.

Pubblicità

Ma un brevetto di Google dello scorso anno fa pensare che “un display montato sulla testa degli utenti che registra i cambiamenti nello sguardo” potrebbe misurare le loro emozioni, “determinando lo stato d’animo in base alla dilatazione delle pupille.”

Nel frattempo, il marketing neuronale è diventato la scoperta del momento. Google lo usa per individuare le caratteristiche dei siti che suscitano una risposta emotiva nei consumatori e quindi determinare quali siti mettere in prima pagina nei loro risultati di ricerca.

Per adesso, i marchi che vogliono avere accesso a informazioni cerebrali per vendere i loro prodotti devono pagare una società di neuro-marketing oppure investire in equipaggiamento tecnologico molto costoso. Tuttavia, quando i consumatori cominceranno a indossare dei computer che leggono le loro emozioni, fornirgli pubblicità mirate sarà molto più facile.

Naturalmente, questo affarismo di nuova generazione ha una serie di problemi legati alla privacy. Molti ritengono che prodotti di marketing basati su segnali cerebrali non siano solo incredibilmente invasivi, ma anche eticamente discutibili. Le pubblicità subliminali potrebbero inibire lo spirito critico del consumatore, rendendolo incapace di ignorare i messaggi pubblicitari.

Ciò nonostante, molti marchi vogliono sfruttare i nuovi strumenti di marketing offerti da computer indossabili e Big Data. Blippar, una startup che sta sviluppando app che incorporano le funzionalità di Google Glass nelle campagne pubblicitarie, vuole creare “una app di realtà aumentata che fornisce contenuti in base a segnali ricevuti dal mondo reale,” spiega Ad Week. “Per esempio, di fronte a un cartellone pubblicitario riconosciuto dal software di Blippar, l’applicazione fa partire sui Glass il contenuto più indicato.

Non è difficile immaginare che le compagnie cominceranno a regalare applicazioni di realtà aumentata in cambio del permesso di raccogliere dati per fare pubblicità mirata. Forse offriranno app gratuite ai consumatori di Google Glass in cambio della loro posizione e del loro stato d’animo.

Questa mattina l’ho chiesto a Google. Non mi hanno ancora risposto.