La guida definitiva al retrocomputing
Vecchia pubblicità di Robert il Robot. Foto: Reddit/RetroFuturism

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Tecnologia

La guida definitiva al retrocomputing

In esclusiva per i puristi del genere, e per i nostalgici.

Se oggi possiamo permetterci gadget tecnologici eleganti e di dimensioni ridottissime dobbiamo ringraziare i primi giganti del passato. Certo, il nuovo MacBook Pro è sottile come un rasoio e ha un design perfetto, ma non potrà mai colmare l'enorme vuoto rettangolare lasciato nel nostro cuore dall'Osborne 1—il primo computer portatile del mondo—che pesava più di 11 chili.

È facile fare dell'ironia sulla lentezza dei primi computer, ma ciò che resta intatto è il fascino della loro estetica quasi brutalista, una splendida testimonianza dell'inesauribile creatività messa in campi dai progettisti di allora, costretti a operare tenendo conto di una serie infinita di limitazioni. Se non li consideriamo come semplici strumenti, ma come vere e proprie opere d'arte, è impossibile non apprezzare la potenza delle forme di questi computer primitivi che sembravano creati apposta per catapultare l'uomo verso un'epoca d'oro del computing. Ancora oggi, i loro design retro-futuristici continuano ad incantare e ispirare gli artisti moderni.

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Ora, per tutti coloro che desiderano fare un tuffo nella nostalgia per mainframe datati e apparecchi vintage vari, lo studio INK di Londra ha appena pubblicato una stupenda serie di foto intitolata Guide to Computing che vi farà desiderare di mollare il vostro Chromebook per un Harwell Dekatron.

Il fotografo James Ball (aka Docubyte) ha dato nuova vita a questi manufatti storici, sfruttando raffinate tecniche di ritocco e post-produzione. Rievocando le pubblicità degli anni Sessanta, "Guide to Computing" rappresenta una serie di dispositivi estremamente rari come se all'epoca fossero stati destinati al mercato. Alcuni di questi sono addirittura antecedenti all'avvento della fotografia a colori moderna.

Prima d'ora, la maggior parte di questi pezzi non sono mai stati presentati sotto una luce simile, quindi vi consigliamo di godervi uno spaccato di storia che riporta agli albori dell'informatica davvero spettacolare.

Harwell Dekatron

L'Harwell Dekatron, noto anche come "Wolverhampton Instrument for Teaching Computing from Harwell" (WITCH), è uno dei primi computer a relè britannici creato negli anni Cinquanta. Pesa 2,5 tonnellate e si trova esposto al National Museum of Computing, dove è possibile ammirarlo all'opera. Nel 2013, il Guinness dei Primati gli ha assegnato per la seconda volta il titolo di calcolatore digitale ancora in funzione più antico del mondo.

Foto: INK

Pilot ACE

Il Pilot ACE è un elaboratore creato nei primi anni Cinquanta in Gran Bretagna, presso il National Physical Laboratory (NPL). È uno dei primi computer a programma memorizzato, assieme ad altri contemporanei inglesi, come il Manchester Mark 1 e l'EDSAC. Il progetto è di Alan Turing, che tuttavia ha lasciato l'NPL prima di vederlo portato a termine. Il Pilot ACE è costituito da 800 valvole termoioniche e svolgeva i calcoli in virgola mobile necessari per condurre studi scientifici all'avanguardia.

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Foto: INK

EAI Pace (TR 48)

L'EAI Pace è un "computer desktop" progettato e realizzato nei primi anni Sessanta. Il TR48 era il computer desktop analogico più completo dell'epoca: è stato impiegato anche negli esercizi di simulazione del programma Apollo e incluso Apollo Monthly Progress Report del 1962.

Foto: INK

HDR 75

Un piccolo computer ibrido analogico-digitale, l'HDR75 è stato sviluppato nella ex DDR, presso l'Università Tecnica di Dresda (ora nota come "Center for Information Services and High Performance Computing.")

Foto: INK

IBM 1401

IBM 1401 è un computer che sfrutta l'architettura "word a lunghezza variabile," prodotto nel 1959. In quanto primo membro della fortunata serie IBM 1400, era nato per sostituire le macchine tabulatrici a schede perforate. Ne sono stati prodotti più di 12.000 esemplari tanto che veniva utilizzato ancora negli anni Ottanta in molte nazioni.

Foto: INK

IBM 729

L'IBM 729 Magnetic Tape Unit era il celebre sistema di archiviazione di massa su nastro prodotto dalla IBM a partire dalla fine degli anni Cinquanta fino alla metà del decennio successivo. Questo gioiellino faceva parte della grande famiglia delle unità a nastro IBM 7 che sfruttavano nastri magnetici lunghi più di 730 metri avvolti in bobine da 26,7 centimetri.

Foto: INK

ICL 7500

Le ICL 7500 erano una serie di terminali e workstation sviluppate negli anni Settanta dalla ormai defunta società inglese ICL. Grandi come dei PC desktop, erano pensate per gli uffici. Dagli anni Ottanta, sulle loro nuove versioni, si poteva giocare ai videogame più evoluti dell'epoca, come PacMan e Space Invaders.

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Foto: INK

Control Data 6600

CDC 6600 era il modello di punta della serie 6000 prodotta dalla Control Data Corporation. Viene considerato il primo supercomputer di successo e raggiungeva una capacità di elaborazione di tre megaFLOPS. Il CDC 6600 ha detenuto il titolo di computer più veloce del mondo dal 1964 al 1969.

Foto: INK

Endim 2000

Il computer analogico ENDIM 2000 era un progetto a valvole termoioniche sviluppato e prodotto nell'ex Repubblica Democratica Tedesca. Ne sono stati realizzati circa 20 esemplari. Questo superstite è conservato presso la Technische Sammlungen Dresden.

Foto: INK

Meda 42TA

Uno degli ultimi computer ibridi analogici-digitali prodotto nella ex Cecoslovacchia, il Meda 42TA risale ai primi anni Settanta ed era diffuso in molti paesi d'oltrecortina.

Foto: INK