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Tecnologia

Chi era Eusapia Palladino, la Undici italiana dell’Ottocento

Esattamente come il personaggio della serie Stranger Things, Eusapia sapeva far levitare gli oggetti e comunicare con un mondo ultraterreno.
Giulia Trincardi
Milan, IT

Oggi esce finalmente l'attesissima seconda stagione di Stranger Things, la serie prodotta dai fratelli Duffer per Netflix che racconta le dinamiche umane di una cittadina dell'Indiana alle prese con una misteriosa cospirazione governativa e una dimensione da incubo chiamata il "sottosopra."

Nella serie ambientata negli anni Ottanta e ricca di citazioni al grande cinema di avventura dell'epoca, un gruppo di ragazzini va alla ricerca dell'amico Will — scomparso nella prima puntata — e si imbatte in Undici, una bambina dotata di poteri soprannaturali, che sa entrare in contatto per via psichica con l'inquietante mondo parallelo dove Will è intrappolato.

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I poteri di Undici sono frutto di un crudele programma governativo per il controllo della mente, che rimanda allo storico programma MKULTRA condotto dalla CIA tra gli anni Cinquanta e Settanta, che farciva cavie umane di pesanti sostanze psichedeliche per manipolarne la mente.

Ma la storia di Undici non rimanda solo al rapporto tra droghe e poteri ESP (ovvero di percezione extrasensoriale), che è forse uno dei metodi più antichi che l'uomo usa per indagare l'ultraterreno. Fa eco anche a un altro incontro storico tra due discipline che oggi, invece, crediamo diametralmente opposte: quello tra scienza e magia psichica. Tra i più famosi protagonisti di questa pratica ibrida c'è stata anche una donna italiana vissuta alla fine dell'Ottocento, di nome Eusapia Palladino.

Proprio come Undici di Stranger Things, Eusapia sosteneva di saper far levitare oggetti, materializzare spiriti e defunti e comunicare con la propria guida in un mondo ultraterreno, che chiamava King John.

Eusapia durante una seduta. Immagine: Wikimedia Commons

Eusapia Palladino era una medium nata in una paese della Puglia a metà dell'Ottocento; la sua attività nel mondo dello spiritismo la portò a raggiungere presto la fama internazionale, con una carriera che si divideva tra Italia, Germania, Francia, Polonia e Russia.

Sono diversi i personaggi storici che raccontano le strane abilità della donna: dall'autore dei racconti di Sherlock Holmes, Sir Conan Doyle, che cita l'operato di Eusapia in un trattato sullo spiritismo scritto negli anni Venti, al medico e antropologo Cesare Lombroso, che ebbe una vera e propria crisi mistica dopo aver partecipato a una seduta tenuta dalla medium, in cui la donna si sollevò a mezz'aria davanti ai suoi ospiti. L'episodio lo portò a rinnegare una visione materialista del mondo in favore di una rinnovata fede religiosa.

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"L'illustre professore era rimasto così convinto dalle osservazioni fatte nelle sedute eusapiane, che alla fine dell'opera tenta persino di tracciare le prime linee di una biologia degli spiriti," ha scritto a inizio secolo la studiosa Rosetta Pittaluga in un commento all'opera Ricerche sui fenomeni ipnotici e spiritici di Lombroso.

A Parigi, le attività di Eusapia attirarono l'attenzione anche dei coniugi pionieri della chimica moderna Pierre e Marie Curie, che condussero una serie di esperimenti scientifici sulla donna alla Society for Psychical Research — un'organizzazione dedita allo studio del paranormale tutt'ora esistente.

Parlando delle sedute a cui aveva assistito personalmente, Pierre Curie scrisse a un amico che le abilità della donna sfidavano qualsiasi comprensione logica e metodo di accertamento concesso dalla moderna scienza. "Abbiamo tenuto diverse ulteriori sedute con la medium Eusapia Palladino," scriveva Curie. "Il risultato è che questi fenomeni esistono davvero e non è più possibile per me dubitare."

Negli scritti di Pierre Curie traspare un approccio al mondo spirituale che è completamente nuovo e frutto — senza dubbio — della mentalità positivista, per cui la mente e la tecnica umana avrebbero dovuto e potuto governare l'irrazionale e l'ignoto una volta per tutte.

Se tanto nella storia della religione quanto nel mito antico l'aldilà era trattato come un luogo sacro (o maledetto) cui l'uomo non poteva accedere se non in via del tutto eccezionale (e sempre a caro prezzo, come nel mito di Orfeo ed Euridice), improvvisamente l'ultraterreno diventa — agli occhi della scienza moderna — solo un nuovo territorio da conquistare.

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"A mio avviso," scriveva sempre Curie, "esiste qui un intero dominio di fatti e stati fisici dello spazio completamente nuovi, di cui non avevamo alcuna concezione."

I poteri di Eusapia vennero messi in discussione innumerevoli volte dagli scettici. In Italia, il suo più feroce critico era il garibaldino Eugenio Torelli Viollier, che pubblicò innumerevoli articoli illustrati denunciando i trucchi della donna a partire dal settembre 1892, dopo aver partecipato a una seduta a Milano.

Ma Eusapia fu messa alle prova persino dal Laboratorio di Fisica della Columbia University che, dopo tre sedute diverse e "un'indagine [che] può essere giustamente definita paziente e laboriosa," pubblicarono nel 1910 un articolo intitolato Report of an Investigation of the Phenomena Connected with Eusapia Palladino che condannava l'operato della spiritista come un insieme di trucchi da prestigiatore. Allo stesso tempo, leggendo le conclusioni stesse del rapporto, ognuno degli scienziati che aveva preso parte al processo sostiene che il verdetto finale raggiunto non era inoppugnabile quanto avrebbero voluto.

"Se la mia comprensione del metodo induttivo è corretta, capita molto spesso che chi indaga cambi involontariamente e alle volte inevitabilmente il proprio punto di vista nel corso degli esperimenti, con il risultato che il verdetto, come il mio stesso, si basa su impressioni e probabilità "umane." Che queste siano forti non rende le conclusioni scientifiche," commenta uno degli scienziati della Columbia. "Forse, non vale la pena cercar d'essere scientifici su tali materie, ma questo è tutt'altro problema."

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Eusapia durante una seduta dove "compaiono" mani di ectoplasma. Immagine: Wikimedia Commons

Nell'Ottocento, la scienza moderna era ai suoi albori: il panorama urbano cominciava a illuminarsi grazie all'elettricità, la medicina galenica — basata solo sul colpo d'occhio umano — lascia spazio a invenzioni come lo stetoscopio, l'arte medica di stampo più filosofico è accantonata per lo studio proto-scientifico della chirurgia e la pratica dell'asepsi, mentre le teorie evolutive sfidano il creazionismo.

Era l'alba del Positivismo, un periodo in cui scienza e rudimenti tecnologici hanno messo l'uomo al centro di un universo che era finalmente in grado di decifrare con strumenti che superavano — o amplificavano — i suoi sensi.

Eppure, la nuova visione acquisita, oltre a rispondere a domande su fisiologia e fenomeni del reale, ne ha sollevate ancora altre, che alimentavano ancora una volta l'arcaico conflitto tra l'uomo e l'ignoto.

Eusapia, agli occhi di questi scienziati moderni, era un tramite per un nuovo mondo, esattamente come Undici lo è per il governo degli USA in Stranger Things. I suoi poteri erano probabilmente trucchi da prestigiatore, ma sufficientemente sofisticati da ingannare le menti illuminate che la incontrarono e illuderle che la scienza e la tecnologia avrebbero potuto portare l'uomo a sondare un mondo impercettibile per definizione, il mondo immateriale.

Tutto sommato a distanza di oltre un secolo, su questo argomento, brancoliamo ancora nel buio. Almeno, abbiamo Netflix con cui esorcizzare il nostro "sottosopra."

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