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10 domande a...

10 domande che hai sempre voluto fare a un sammarinese

"Se inizio a parlare dei miei amici con mia nonna, va a finire che siamo tutti un po’ parenti."
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
Simone fiero della sua targa sammarinese. Foto per gentile concessione dell'intervistato.

Per trovare San Marino sulla cartina, semplificando un po’, bisogna zoomare parecchio nelle zone al confine tra Emilia-Romagna e Marche, tra le città di Rimini, Pesaro e Urbino. Non per niente, è uno degli stati più piccoli del mondo: sono assenti le linee ferroviarie, i sammarinesi devono varcare i confini per salire su un aereo di linea, e non devono accendere una candela dopo il tramonto grazie agli accordi intrapresi con l’Italia che gli fornisce l’elettricità. In compenso hanno un sacco di euro con disegni diversi, passaporti blu e istituzioni con nomi molto più altisonanti delle nostre.

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E poi? L'ho chiesto a Simone, 26 anni, che si è trasferito all’estero (ovvero a Milano) da poco, ma è un sammarinese DOP.

VICE: Iniziamo dal principio. Com’è successo che esiste San Marino?
Simone: Alle elementari ti raccontano che San Marino si è formata intorno al 300 d.C., quando una comunità si è insediata sul monte Titano per seguire le orme di un Santo, di nome Marino per l’appunto. Il primo documento storico sulla sua esistenza risale all'885, e della sua autonomia si parla circa quattro secoli dopo.

In seguito San Marino entra nelle grazie di Bonaparte, viene riconosciuta come nazione al Congresso di Vienna e durante il Risorgimento diventa un luogo apprezzato da Garibaldi. Quando nel 1861 nasce l’Italia nessuno pensa di annettere San Marino. Tutte queste cose vengono spiegate al liceo durante l’ora di “Storia sammarinese”—solamente che io non l’ho seguita perché le superiori le ho fatte in Italia.

E ogni volta che rientri o esci da San Marino devi varcare una frontiera?
Non proprio. Ci sono punti in cui oltrepassi un cartello che recita "Benvenuti a San Marino," un po’ come se stessi entrando in Lombardia o in Piemonte. La frontiera più appariscente, se così vogliamo chiamarla, è quella di Dogana (che è il nome del distretto): c’è un grosso ponte, un cartello con su scritto "Benvenuti nell’Antica Terra della Libertà" e le Guardie di Rocca, l’equivalente della Guardia di Finanza. Ma non ti fermano nemmeno lì.

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E se qualcuno viene inseguito da una volante nelle zone italiane limitrofe a San Marino, probabilmente tenterà di entrare in territorio sammarinese perché la polizia italiana non è autorizzata a entrare.

Ma tu ti consideri un po' italiano?
Certo. Paradossalmente ho in mente fiorentini, napoletani e veneziani con un attaccamento alla propria terra molto più forte del mio. Credo che la mia identità di sammarinese si sovrapponga tranquillamente a quella italiana.

Poi se dobbiamo per un attimo restringere l’orizzonte, San Marino aderisce, anche per mere ragioni geografiche, soprattutto all’identità romagnola: mangiamo le tagliatelle, la piadina e balliamo il liscio. Ma al momento dei mondiali tutti, ma proprio tutti, tifiamo Italia.

Non so se questa cosa di sentirsi tanto sammarinesi quanto italiani sia generazionale. Dovrei chiedere a mia nonna se la pensa come me.

A proposito di nonni, è vero che siete tutti imparentati?
Be', se inizio a parlare con lei dei miei amici, se ne esce sempre con frasi inestricabili alla “Sì, perché il mio procugino era lo zio della nonna del tuo amico.” Devi tener a mente che San Marino è grande quanto un paesino, quindi è normale che chi resta tenda a intrecciare relazioni con chi a sua volta è rimasto.

Quante possibilità ci sono che un tuo parente ricopra una carica pubblica?
Non poche. Per esempio, una mia parente è stata recentemente Capitano Reggente—ovvero uno dei due capi di Stato, il cui mandato dura però soltanto sei mesi. Adesso, invece, uno dei due Capi di Stato è uno che faceva gli scout con me e che conoscono piuttosto bene.

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San Marino si era quasi del tutto spopolata dopo la Seconda Guerra Mondiale e oggi conta 33mila cittadini, quindi la possibilità che nella storia un membro di famiglia sia stato a capo di San Marino è piuttosto concreta.

Ok, altro stereotipo: è vero che ci sono armi e soldi ovunque?
Per quanto riguarda le armi è una questione anche e soprattutto di percezione. Il centro storico, ovvero la parte di San Marino che interessa ai turisti, è pieno di negozi di souvenir che vendono coltelli, balestre, katane e pistole da softair. Se uno si immaginasse la densità di armerie che c’è a San Marino in Italia sarebbe un paese spaventoso, perché vorrebbe dire che nei centri delle grandi città nove negozi su dieci venderebbero armi.

Sui soldi: non è un segreto che San Marino si sia resa nota anche per questo aspetto. Per anni ha basato la sua economia su un sistema retto dal segreto bancario e come sede legale prediletta dalle aziende italiane desiderose di risparmiare sulle tasse. Oggi i soldi ancora girano, ma il sistema è praticamente collassato.

San Marino ha affrontato un periodo di recessione, eppure la disoccupazione è bassa. È così facile trovare lavoro?
Per un sammarinese a San Marino è molto più facile trovare lavoro che per un italiano in Italia o nella stessa San Marino. Si usa molto iscriversi all’Ufficio del lavoro, e quando si apre una posizione la precedenza viene data ai sammarinesi. Tra l’altro, in media, gli stipendi sono più alti di quelli italiani.

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Buono a sapersi. Come si ottiene la cittadinanza, se non ci sei nato o sei stato adottato da sammarinesi?
Se ti sposi con un sammarinese e hai la residenza da 15 anni; se hai la residenza da almeno 30; se sei un apolide incensurato o altro. È comunque una trafila burocratica. Per dire, un mio amico d’infanzia ha ottenuto la cittadinanza praticamente ieri. Comunque tutte le casistiche le trovi qui.

Ci racconti un paio di cose particolarmente assurde di San Marino?
A livello legislativo ce ne sono un po’. Innanzitutto è passata una legge che permette solo alle coppie omosessuali straniere di sposarsi in Repubblica. È stata creata per incentivare il turismo—e, per carità, non ci troverei nulla di male se esistesse la stessa possibilità per i sammarinesi. A dirla tutta da anni è in ballo un emendamento sulle unioni civili, e spero che prima o poi passi, perché sennò il messaggio rimarrà sempre “finché voi stranieri ci date dei soldi potete fare quello che volete, ma in realtà non siamo così d’accordo.”

Inoltre, non esiste ancora alcuna differenza tra droghe pesanti e leggere, e nemmeno tra uso personale e spaccio. Il grande tema droghe, in pratica, è risolvibile alla voce “male”. Conosco gente che è stata fermata per una canna: non è finita in carcere, però un po’ di ore dallo psicologo e di lavoro socialmente utile se le è beccate.

Abbiamo anche una delle carceri più piccole del mondo: può ospitare al massimo otto detenuti. Però la caratteristica di cui si parla più spesso sarebbero gli ottimi pasti che offre—visto che l’appalto ce l’ha un ristorante della madonna del centro storico dove la gente va a cenare quando deve festeggiare qualcosa di importante.

Infine c’è il motivo per cui siamo qua: dire “sono di San Marino” è un buon modo di fare conversazione—perché sono tutti curiosi. Infatti quando non ho voglia evito direttamente o dico che sono italiano.

Quindi sei o non sei orgoglioso di essere sammarinese? Attento che ti giochi per sempre la possibilità di diventare Capitano Reggente come il tuo amico degli scout.
Mi sa che forse me la sto giocando, perché mi viene da dire non esattamente. Sono orgoglioso del posto in cui sono nato, dove c’è la mia famiglia, ci sono i miei amici; ma non di tutto quello che succede a San Marino—soprattutto da quando stanno venendo fuori degli intrallazzi un po’ loschi. Comunque, oh, è un posto molto bello. Andateci.

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