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Tecnologia

Questa 'power bank' al grafene sarà la svolta per la batteria dello smartphone

L'Istituto Italiano di Tecnologia ha realizzato un "supercondensatore" che ricarica velocissimamente le batterie.
Immagine: D.Farina/IIT

Quando i telefoni cellulari non avevano lo schermo touch e non facevano foto, li si usava per chiamare, mandare SMS e al massimo giocare a Snake. Operazioni che richiedevano un consumo di batteria talmente limitato da poter mettere in carica il telefono ogni 2-3 giorni. Nel 2018, invece, i cellulari sono sempre più sofisticati, e noi ne siamo sempre più dipendenti, ma il paradosso è che la durata della batteria è inversamente proporzionale agli usi che ne facciamo. Risultato: tocca ricaricarlo in media una volta al giorno, e se si è in giro con poca batteria si rischia di essere irraggiungibile (non sia mai).

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Considerato che la batteria dello smartphone è uno dei problemi che ci ritroviamo ad affrontare ogni giorno, sarebbe un bel sollievo trovare un modo di aumentarne la durata. L'Istituto Italiano di Tecnologia ci sta provando: ha appena presentato al Mobile World Congress 2018 di Barcellona un prototipo di "supercondensatore" a base di grafene che permette di immagazzinare energia rinnovabile e caricare velocemente i device portatili. Il dispositivo ha delle capacità di accumulo paragonabili alle batterie al litio e si può collegare ai sistemi di energia rinnovabile: per esempio, si potrebbe connettere a dei pannelli fotovoltaici integrati nei vestiti, fornendoci energia elettrica anche e soprattutto quando siamo in giro.

Il grafene, come sappiamo, è un "materiale delle meraviglie". Nel caso del dispositivo dell'IIT, viene utilizzato per migliorare le prestazioni in quanto conduttore di energia, per ridurre il peso e dare una consistenza flessibile ma resistente. Il prototipo è stato realizzato sovrapponendo strati flessibili successivi: due fogli di carta di grafite, due membrane porose a base di grafene e una membrana polimerica bagnata da un elettrolita. Questo supercondensatore fornisce una tensione di 2.7 V e una densità di corrente di centinaia di mA, ha una vita utile di oltre 10 mila cicli, resiste a temperature da -25 a 70 gradi e ha un peso inferiore a 50 mg per cm quadrato (escludendo il rivestimento esterno).

In definitiva, stiamo forse andando verso un futuro di power bank al grafene integrate nei nostri vestiti, che accumulano energia solare per ricaricare i device? È un po' presto per dirlo, ma se così fosse: molto bene.