Tre identici sconosciuti documentario
Eddy, David e Bobby. Immagine per gentile concessione di NEWSDAY.

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Attualità

I tre gemelli separati alla nascita per un esperimento e ritrovatisi per caso

"Tre Identici Sconosciuti" è il documentario che racconta la loro storia. Li abbiamo incontrati per scoprire cosa sanno dell'esperimento che ha cambiato le loro vite.

ATTENZIONE: L'ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL DOCUMENTARIO

Nell'autunno 1980 Robert Shafran inizia il college nello stato di New York e in questa occasione scopre di avere un gemello identico, Edward Galland. Sembra Trappola per genitori, e invece è la realtà. Quando la storia di Robert ed Edward inizia a ricevere copertura mediatica, ecco un nuovo colpo di scena: si fa avanti un terzo giovane identico ai primi due, David Kellman, e in un attimo la vicenda di questi tre gemelli separati alla nascita si trasforma in un racconto che ha dell'incredibile. I tre diciannovenni vengono travolti da una fama inattesa e fanno addirittura una comparsata nel film con Madonna Cercasi Susan disperatamente. Ci potremmo quindi aspettare che Tre Identici Sconosciuti (Three Identical Strangers), il film documentario che racconta la storia di Robert, Edward e David, sia un piacevole racconto a lieto fine.

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Le cose, però, prendono una brutta piega quando le famiglie dei ragazzi iniziano a fare domande sull'accaduto, sul perché i tre siano stati separati da bambini e dati in adozione a famiglie diverse, omettendo il fatto che avessero dei fratelli gemelli. Come spiega il documentario, i tre fratelli erano stati selezionati per un esperimento psicologico negli anni Sessanta che mirava a studiare come individui con gli stessi geni si sarebbero comportati in ambienti diversi. Alcuni psichiatri strinsero un accordo con l'agenzia di adozioni Louise Wise Services per svolgere questo "studio sui gemelli" in cui avrebbero diviso gemelli omozigoti assegnandoli a nuclei familiari diversi per studiarne lo sviluppo e la crescita.

Robert, Edward e David sono solo tre dei soggetti studiati per il test ma, a parte gli scienziati direttamente coinvolti, nessuno può sapere con certezza quanti altri gemelli ignari di esserlo ci siano oggi nel mondo. I risultati dello studio non furono mai pubblicati. Quando il dottor Peter Neubauer, a capo della ricerca, morì nel 2008, tutti i documenti e le ricerche furono affidati a Yale e secretati fino al 2065, data in cui presumibilmente nessuno dei soggetti coinvolti nello studio sarebbe stato ancora in vita.

La storia in Tre Identici Sconosciuti

Three Identical Strangers è già nelle sale americane [in Italia è approdato su Netflix ad aprile 2021] e racconta una vicenda contorta di amore e sofferenza, che costringe a mettere sulla bilancia dolore umano—fino al caso estremo di Edward, che si è tolto la vita nel 1995—e progresso scientifico. È il racconto di come le vite di tre famiglie si siano improvvisamente intrecciate. Una storia commovente che fa riflettere, ma che comunque non dà risposta alle domande che ancora oggi tormentano i fratelli e le loro famiglie.

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VICE ha incontrato i due gemelli ancora in vita, Robert e David, e il regista Tim Wardle, per parlare di cosa significa raccontare la loro storia sul grande schermo e che cosa vorrebbero sapere su quell'esperimento che ha cambiato le loro vite.

Documuntario Tre Identici Sconosciuti

Immagine per gentile concessione di NEON.

VICE: Siete soddisfatti di come è venuto il documentario?
Robert Shafran: All'inizio del film io dico, "Non crederei a una sola parola di tutto questo se me lo raccontassero, ma è tutto vero, ogni singola parola." Detto questo, avevo dato la mia approvazione su una cosa che non avevo ancora visto. Sapevo solo che la mia storia era vera, che la nostra storia era vera. Ma loro hanno davvero fatto un ottimo lavoro. Hanno raccontato la storia di Eddy, che non poteva raccontarla in prima persona, con profondo rispetto e sensibilità.
David Kellman: Sono riusciti a riportarlo tra noi, in un certo senso.

Trovo che la vicenda di Eddy sia raccontata in modo molto toccante. Fa capire bene quanto in questa storia ci fossero in gioco la vita e la morte.
R.S.: È la nostra vita. A volte non ti rendi conto di quanto male ti sei fatto fino a quando non vedi la ferita. Persone più grandi e mature ci chiedevano se fossimo arrabbiati per tutto quello che ci era successo. Questo prima che scoprissimo dell'esperimento. Ma noi eravamo solo felici di esserci ritrovati. All'inizio tutti chiamavamo i genitori di tutti "Mamma, mamma, mamma, papà, papà e papà."
D.K.: Ma con il passare del tempo ci siamo accorti dell'impatto che la vicenda aveva avuto su di noi, penso in particolare a Eddy.
R.S.: Tutti e tre abbiamo vissuto un'adolescenza difficile. Sapere di essere stati adottati è una complicazione in più alla normale crisi adolescenziale. Tutti avevamo forti scompensi emotivi. Passi la vita a farti domande, ma fin quando non trovi risposte i problemi restano. E nel nostro caso era molto difficile immaginare la risposta.

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Quando vi è stato chiaro che la separazione era avvenuta di proposito e per un fine preciso?
Tim Wardle: Sin dall'inizio, direi. Il mio primo pensiero è stato, Perché nessuno ancora ha raccontato questa storia? E invece c'erano già stati tre tentativi, tutti e tre falliti. Questa cosa all'inizio ci aveva un po' intimorito. Quando ho iniziato a documentarmi sull'esperimento, ho capito che si trattava di qualcosa di molto losco.

Alla fine del documentario, si dice che avete avuto accesso ad alcuni dei documenti secretati. Cosa avete appreso?
D.K.: La maggior parte dei documenti sono comunque ancora 'censurati', sembrano normali cartelle cliniche. Non ci hanno dato molti spunti per continuare la ricerca o avanzare ipotesi. Noi non siamo scienziati e non siamo in grado di analizzare queste informazioni.
T.W.: Il Jewish Board [l'organizzazione responsabile dello studio] ha la facoltà di rendere pubbliche le informazioni e speriamo che lo faccia al più presto. A New York ancora oggi ci sono psichiatri che hanno lavorato allo studio e che potrebbero dirci di più, ma non hanno voluto parlare con noi. Quello che ho visto io era uno strano mix di dati e divagazioni pseudo-freudiane e psicologiche, se così si possono definire. Non so se oggi potrebbero essere usate a livello scientifico. Hanno raccolto tantissimi dati, ma è tutto un gran caos. Ci sono circa 10mila pagine scritte, e sembra che sia solo una parte.
T.W.: Ci sono persone molto potenti che non vogliono che questa storia venga raccontata, e non sto esagerando.

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È possibile che ci siano altri gemelli negli Stati Uniti che sono stati separati alla nascita ma non lo sanno ancora?
D.K.: In qualche modo ci avevano assicurato che le coppie di gemelli che non si erano fatti avanti si erano comunque incontrati sui social media. Ci avevano detto che ci avrebbero dato prove di questo, ma ancora una volta tutte le prove erano secretate.

Sentite che questa esperienza ha minato la vostra fiducia nei confronti della medicina in generale?
R.S.: No, non conosco nessun altro che abbia fatto una cosa simile. L'unico paragone che mi viene in mente è lo studio sulla sifilide di Tuskegee, un esperimento in cui decisero di non somministrare alcuna cura a un gruppo di malati di sifilide per capirne le conseguenze, lasciandoli morire di morti orrende. Oppure nel caso dell'utilizzo dell'agente Arancio, quando semplicemente la popolazione vietnamita non venne curata.
Quando Lawrence Wright ci intervistò nel 1995 per il New Yorker, mi chiese come mi sentivo a essere parte di un esperimento. Mi aveva nominato tutti gli scienziati coinvolti in esperimenti simili e la mia risposta era stata, "Questa è una merda nazista." L'articolo fu solo l'inizio di un libro che Wright scrisse sui gemelli. Quello che non sapevamo era che il primo capitolo era interamente dedicato a Josef Mengele, che aveva condotto esperimenti sui gemelli durante l'Olocausto facendo loro cose immonde. Noi eravamo il capitolo due.
D.K.: Sappiamo che lo studio [che ci riguarda] fu in parte finanziato dal governo.
R.S.: A un certo punto ci mostrarono un documento, una richiesta di finanziamento che diceva "studio longitudinale su gemelli omozigoti separati." Anche se forse non tutti sapevano il significato di "longitudinale" o "omozigoti", era comunque chiaro che quei soldi servivano a separare dei gemelli. Qualcuno lo sapeva, quando ha staccato quell'assegno.

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Tre Identici Sconosciuti foto gemelli

Eddy, David e Bobby. Immagine per gentile concessione di NEON.

Un'altra implicazione di questa vicenda è che, dato che i documenti sono secretati, nessuno può trarre alcun beneficio da quei dati.
T.W.: Hai ragione. Dopo gli esperimenti di Mengele ad Auschwitz, si era aperto il dibattito su come e se utilizzare i risultati di quegli studi, se usarli per salvare vite umane oppure dimenticarli perché assolutamente immorali. Insomma, da tutti gli errori commessi e la sofferenza di tante vittime alla fine non abbiamo ricavato nulla.

È difficile guardare il film senza assumere una posizione critica nei confronti dell'esperimento e degli scienziati coinvolti.
Guarda, io sono comprensivo, forse più di altri, del contesto in cui fu svolto l'esperimento. Ho studiato psicologia all'università e negli anni Cinquanta e Sessanta la psicologia era il caos più totale. Era il momento in cui stava cercando di affermarsi come scienza legittima. Si stavano mettendo in campo molti esperimenti simili, come l'esperimento di Milgram e più tardi l'esperimento nella prigione di Stanford. Ai tempi gli studiosi facevano cose che oggi consideriamo assolutamente inaccettabili e immorali.

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Dopo questo progetto, voi stessi avete cambiato idea sul rapporto tra fattori innati e acquisiti?
Assolutamente sì. All'inizio credevo molto nella cultura, quindi nei fattori acquisiti. Ma quando ho scoperto l'influenza che ha il DNA su ognuno di noi ne sono rimasto sconvolto. L'idea che nella vita prendi delle decisioni che sono influenzate da chi sono i tuoi antenati per me è assurda, e sono cose che non possiamo razionalmente combattere ma che facciamo inconsciamente. I fattori acquisiti servono da 'limite', ma è sconvolgente quanto sia potente la genetica, molto più di quanto pensassi.

Un aneddoto divertente: quando i gemelli si sono presentati per il nostro primo incontro, portavano tutti le stesse scarpe. E al tempo non si parlavano. Anche oggi portano una polo molto simile.

Pensate che la vostra vita sarebbe stata più semplice se aveste saputo fin dall'inizio di avere dei gemelli, di essere sotto osservazione e propensi a sviluppare disturbi psicologici?
R.S.: Non si può tornare indietro, è impossibile. Non si possono cambiare le cose, ma forse se fossimo stati insieme gli ostacoli sarebbero stati più semplici da superare.
T.W.: È qui che la cosa diventa totalmente immorale e non ci sono giustificazioni che tengano. Quando hai informazioni su una persona che possono avere un impatto radicale sulla sua vita e non le condividi con lei, hai superato il limite. Quando sei concentrato sulla scienza e sull'esperimento, rischi di perdere di vista il fatto che stai infliggendo della sofferenza a qualcuno. E tutto questo è successo davvero, non è solo un film.

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