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Tecnologia

Quanto davvero sta diventando grande internet

Una cosa è certa, non si sta rimpicciolendo.
L'internet è la gente. Immagine: James Cridland/Flickr

Il web è un enorme spazio con un problema piuttosto serio. Se fosse una persona, parteciperebbe a Obiettivo peso forma su Real Time, alla ricerca di una disperata svolta nella propria vita.

Per capirci: oggi, il sito medio pesa circa 2.3MB — più o meno quanto la versione originale di Doom, il gioco per PC; apprendiamo grazie a uno studio pubblicato lo scorso aprile dall'ingegnere software Ronan Cremi, CTO di DeviceAtlas. E il peso generale delle pagine sta "inesorabilmente aumentando," ha spiegato Cremin nel suo report. Ora, consideriamo il fatto che i siti di questo tipo sono più di un miliardo e che, nel corso dell'ultimo decennio, sono aumentati del 1.000 percento.

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In altre parole, i siti stanno diventando sempre più grandi e, allo stesso tempo, il numero di siti online aumenta sempre di più.

Ma sommando tutti questi siti, i loro testi, le foto, le pubblicità animate, i video e tutto il resto dei loro contenuti, quanto è grande veramente questo insieme? È davvero così importante saperlo?

La prima domanda è quella più complicata a cui rispondere. Un modo per ottenere una stima della reale grandezza di internet è guardare alla quantità di informazioni consumate dal traffico web.

Secondo l'ultimo report del Visual Networking Index di Cisco, che ogni anno fornisce una veduta d'insieme delle dimensioni del traffico di internet, quest'anno il traffico globale sul web supererà lo zettabyte (ZB). Per chi non lo sapesse, uno zettabyte corrisponde a 1.000 exabyte; e un exabyte corrisponde a 1.000.000.000.000.000.000 di byte, ovvero, un miliardo di gigabyte. Tanto per intenderci, un Blu-ray può memorizzare fino a 50GB di dati, questo significa che uno zettabyte di traffico corrisponderebbe a scaricare una quantità di dati tale da riempire 20 miliardi di Blu-ray disc.

La Cisco stima che entro il 2020 il traffico globale raggiungerà i 2.3ZB, dato che più di un miliardi di nuovi utenti andranno online, portando la comunità globale di internet a raggiungere i 4.1 miliardi di persone. Inoltre, si prevede che i video online e la realtà virtuale saranno responsabili del maggiore incremento di traffico dei prossimi anni.

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A prima vista, sembra una cosa positiva. Quante più informazioni e contenuti saranno disponibili online, tanto meglio, non vi pare?

Non per forza. Oggi, il web è incredibilmente inefficiente. Poiché disponiamo di connessioni sempre più veloci, gli sviluppatori hanno la tendenza a non sforzarsi di creare siti web e esperienze online maggiormente efficienti, preferendo caricarci sopra video a 4K, foto ad alta risoluzione e contenuti di quelle dimensioni.

Ecco il problema. L'accesso a questo genere di contenuti comporta un traffico maggiore di dati, e ora che la maggior parte dei provider wireless hanno da tempo abbandonato le loro offerte di date illimitate e gli ISP come Comcast hanno stabilito dei limiti alla quantità di dati che possono trasferire per punire chi continua a cambiare tipo di abbonamento e aumentare le loro entrate, si potrebbe sostenere che un internet troppo grande potrebbe essere più costoso per i suoi utenti.

Ma aumento della quantità di dati disponibili non è l'unico potenziale problema causato dal web bloat — ovvero l'aumento di dimensioni di internet. I siti web troppo grossi peggiorano l'esperienza degli utenti perché richiedono più tempo per essere caricati, non funzionano correttamente su alcuni dispositivi e possono avere anche un impatto negativo sulla durata della batteria di chi vi accede attraverso dispositivi mobile.

Come ha raccontato Cremin a Motherboard: "La triste verità è che, a parità di condizioni, i siti più grandi richiedono più tempo per essere caricati. A meno che non si disponga di una connessione ottimale, attendere il caricamento di un sito web di carico può mettere alla dura prova la pazienza degli utenti. Le dimensioni dei siti web stanno aumentando ad una velocità maggiore del livello di connettività generale."

Ma passiamo alle buone notizie. Il problema del web bloat non sta passando inosservato. Molte delle più importanti aziende tecnologiche stanno facendo la loro parte per creare un web più leggero ed efficiente.

Google ha messo in atto una serie di strategie per aumentare la velocità del web. Per prima cosa, ha colpito gli interessi dei proprietari di siti pesanti e lenti, penalizzandoli nelle classifiche di ricerca. Google ha anche introdotto lo strumento Accelerated Mobile Pages, più comunemente noto come AMP. Questa "iniziativa open source" è progettata per far sì che le pagine web si carichino "quasi istantaneamente" su dispositivi mobili per creare un'esperienza web da mobile più veloce e fluida. L'AMP riesce nel suo intento "imponendo limiti rigidi su cosa è ammissibile in una pagina," stando a Cremin.

E Google non è l'unica a fare la sua parte. Da WordPress che, ora, supporta le immagini reattive per migliorare i tempi di caricamento tra piattaforme, a Netflix che sta impiegando una nuova tecnologia di encoding per il suo servizio di streaming, che utilizza il 20 percento in meno di banda, molti stanno cercando di invertire il processo di crescita esponenziale del web.

La domanda che rimane da porsi è: in quanti seguiranno il loro esempio?