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Tecnologia

Il Governo revoca l'autorizzazione all'esportazione di spyware in Egitto

Dopo la lettera, il Governo ha revocato l'autorizzazione all'esportazione di software di sorveglianza in Egitto.
Hugh D’Andrade, Electronic Frontier Foundation. Immagine via.

Aggiornamento del 24 gennaio:

"La sera del 23 gennaio, il Ministero dello Sviluppo Economico ha diffuso una nota ufficiale in risposta alla lettera lettera sul controllo delle esportazioni firmata da CILD, PI e Centro Hermes.

Nella nota del Ministero viene riportato:

"il 7 luglio 2016 è stato avviato il provvedimento di riesame in autotutela dell'autorizzazione concessa alla società AREA S.p.A e concernente l'esportazione in Egitto di un sistema di monitoraggio delle comunicazioni su rete funzionante con protocollo internet".

[…]Al termine del processo di riesame di cui sopra l'autorizzazione è stata sospesa e, in occasione della prossima riunione dell'apposito Comitato consultivo, si procederà alla sua revoca definitiva.

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'I membri di CILD hanno pubblicato un comunicato in cui spiegano l'esito della vicenda in cui dichiarano "Apprezziamo l'impegno del Ministero e ci impegniamo a tenere gli occhi aperti: attenderemo la prossima riunione del Comitato consultivo e vi aggiorneremo sull'esito'."

Lunedì 23 gennaio, le organizzazioni non governative CILD (Coalizione italiana libertà e diritti civili) Privacy International (PI) e Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights, hanno pubblicato una lettera indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, per chiedere chiarimenti e provvedimenti in merito all'ultima Direzione generale per la politica commerciale internazionale secondo cui l'azienda italiana Area SpA sarebbe stata autorizzata a vendere tecnologia di sorveglianza in rete alla agenzia di intelligence egiziana Technical Research Department (TRD).

"Questi strumenti sono usati dai governi autoritari per violare il diritto alla privacy e pongono una seria minaccia ai diritti umani dei cittadini. Con Privacy International e Hermes chiediamo al Ministro Calenda se siano stati fatti i necessari accertamenti prima della concessione della licenza di esportazione di queste tecnologie, e se si terrà conto dei numerosi rapporti sulle sistematiche violazioni di diritti umani in Egitto," scrivono gli autori della lettera preoccupati "per il potenziale uso di tale tecnologia e sulle possibili violazioni degli impegni internazionali dell'Italia per il rispetto dei diritti umani."

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Il mese scorso, Privacy International ha pubblicato un report sul progetto del governo siriano di sorvegliare l'infrastruttura delle comunicazioni del Paese, avvalendosi del contributo di varie aziende europee, inclusa l'italiana Area. Un rapporto del 2016 di Privacy International evidenzia la relazione tra l'acquisto di queste tecnologie e una repressione politica sistematica di attivisti e giornalisti in Egitto.

Area SpA, era coinvolta in attività di sorveglianza di massa in Siria, prima che il governo italiano imponesse una clausola "catch-all" alle licenze di esportazione per la Syrian Telecommunications Establishment. Inoltre, il mese scorso, gli uffici dell'azienda sono stati perquisiti dalla polizia italiana, in relazione agli affari intrattenuti con la Siria.

"Poiché le regolamentazioni internazionali dell'Accordo di Wassenaar sono entrate in vigore in Italia nel gennaio 2015, il MISE è tenuto a implementarle."

Ho chiesto ad Antonella Napolitano, communication manager di CILD, quali operazioni sono in grado di compiere i prodotti a cui fa riferimento la lettera "Tecnologie come quella di cui parliamo monitorano il traffico IP: possono raccogliere, archiviare e analizzare informazioni (email, ricerche online, chiamate su Skype) su un grande numero di persone, spesso senza alcun riguardo di effettivi sospetti di reato. In Paesi che non sono stati di diritto o sono sotto il controllo di governi autoritari, questi sistemi sono usati per violare il diritto alla privacy dei cittadini e pongono una seria minaccia per i diritti umani.

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Sono diversi i provvedimenti delle autorità in materia riguardanti questi temi, come ha avuto modi spiegarmi l'esperta, " il 10 marzo 2016 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede "la sospensione di ogni forma di cooperazione sulla sicurezza con le autorità egiziane", in considerazione della recente arretramento sui diritti, con casi di tortura, morte in custodia di polizia e sparizioni forzate nel Paese. Nel 2013 il Consiglio dell'Unione Europea aveva stabilito la sospensione delle esportazioni verso l'Egitto di qualunque attrezzatura potesse essere usata per la repressione interna.

L'accordo di Wassenaar, nel 2013, ha incluso la tecnologia di sorveglianza delle comunicazioni su reti IP nella lista di beni a duplice uso, termine che come mi spiegato l'attivista "identifica quei beni e quelle tecnologie che, pur essendo principalmente utilizzati per scopi civili, possono essere utilizzati anche per scopi militari.

Nell'accordo, la Category 5A001j, in cui è stata inclusa la tecnologia di sorveglianza delle comunicazioni su reti IP, si riferisce a "sistemi che analizzano il traffico generale, come la tecnologia di ispezione approfondita di pacchetti, che possono classificare e raccogliere informazioni che circolano in una rete," nelle parole del comunicato. Poiché le regolamentazioni internazionali dell'Accordo di Wassenaar sono entrate in vigore in Italia nel gennaio 2015, il MISE è tenuto a implementarle," ha ricordato la Napolitano.

"Vogliamo che i cittadini capiscano le conseguenze che la sorveglianza di massa può avere anche sulla loro vita. Anche di chi 'non ha niente da nascondere'."

Gli interventi del CILD hanno avuto un precedente, nel 2015, dopo che l'hack svolto ai danni di Hacking Team, aveva rivelato i suoi rapporti con governi autoritari, furono chiesti anche in quel caso dei chiarimenti sulla regolamentazione dell'esportazione dei prodotti venduti dall'azienda italiana. "Non abbiamo ricevuto risposta a quella lettera, nonostante i media ne abbiano parlato e ci siano state due interrogazioni parlamentari e altre richieste di informazioni ufficiali. Sappiamo però che c'è stata una sospensione delle licenze globali di Hacking Team nel marzo 2016," mi ha raccontato Antonella Napolitano in merito all'esito del loro intervento.

L'ultimo documento redatto dal CILD si conclude con nove domande rivolte al Ministro dello Sviluppo Economico volte a fare chiarezza in merito alla questione. Dal suo sito, invece, l'associazione ha anche annunciato che il prossimo 25 gennaio, a un anno dalla scomparsa di Giulio Regeni, prenderà parte a una mobilitazione nazionale organizzata da Amnesty International a Roma.

Oltre alla manifestazione, il CILD ha altri piani in mente, secondo le parole della "Continueremo a tenere alta l'attenzione su questo tema sia con azioni come questa che con incontri pubblici, che stiamo organizzando in queste settimane. Inoltre, stiamo per lanciare un nuovo programma chiamato "Libertà civili nell'era digitale" con cui lavoreremo sulla sensibilizzazione a questi temi. In Italia c'è una grande carenza di informazioni di base su questi argomenti: vogliamo che i cittadini capiscano le conseguenze che la sorveglianza di massa può avere anche sulla loro vita. Anche di chi - come si dice spesso—'non ha niente da nascondere'."