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Tecnologia

Un sindaco piemontese ha vietato il Wi-Fi nelle scuole della sua città

Il sindaco di Borgofranco, in provincia di Ivrea, ha vietato il wifi dalle strutture scolastiche del suo paese perché ha "letto su internet" della loro pericolosità.

8 gennaio 2016 anno domini, a Borgofranco, in provincia di Ivrea in Piemonte, viene spento il wifi nelle scuole elementari e medie. La decisione arriva dal sindaco Livio Tola, che nei giorni scorsi ha scelto di eliminare dalle strutture didattiche pubbliche i router per la connessione a internet senza fili e di sostituirli con una nuova stesura di cavi.

Il motivo è presto detto: per Livio Tola le connessioni wifi sono un pericolo per la salute, "Noi non siamo contrari alla tecnologia. La nostra è una scelta basata sul principio di precauzione," si legge su La Stampa. "Non siamo in grado di dire con certezza se le onde elettromagnetiche siano dannose oppure no, abbiamo letto molte cose in proposito sul web e sappiamo che alcuni Comuni hanno già adottato questo provvedimento."

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Alessandra Bongianino, direttrice didattica di Borgofranco, ha deciso—comprensibilmente—di non commentare l'accaduto. Siamo quindi in provincia di Ivrea, Piemonte, di nuovo 8 gennaio 2016 anno domini, e le scuole vengono scaraventate un decennio nel passato con la scelta di rifiutare le terribili tecnologie senza fili a favore del ben più rassicurante (e lento) rame dei cavi.

L'ironia nella vicenda arriva da Fausto Francisca, ex sindaco di Borgofranco, che fa giustamente notare, di nuovo a La Stampa, "che anche altre zone del paese frequentate dai ragazzini sono dotate di wifi, come la biblioteca".

"Non siamo in grado di dire con certezza se le onde elettromagnetiche siano dannose oppure no, abbiamo letto molte cose in proposito sul web e sappiamo che alcuni Comuni hanno già adottato questo provvedimento."

Nell'eventualità in cui aveste avuto dubbi: no, in teoria il wifi non fa male. Un router WiFi diffonde un segnale di intensità decisamente inferiore a quello di un microonde e lo fa in tutte le direzioni (a differenza del microonde, che concentra il suo segnale in uno spazio ben ristretto)—fortunatamente per noi, se "decisamente inferiore" non bastasse a convincerci, le onde elettromagnetiche sono sottoposte alla legge fisica dell'inverso del quadrato, per cui l'intensità di segnale è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente. Ciò significa che stando a 2 metri da un router wifi il mio corpo riceverà un quarto dell'energia trasportata dal segnale che ricevevo quando mi trovavo a 1 metro da esso.

Perché "in teoria"? I dubbi sulla sicurezza del segnale dei router wifi sono un argomento alquanto dibattuto ormai da diverso tempo, e il più grande ostacolo alla risoluzione di questo problema è il tempo. Infatti quando si parla di radiazioni—in questo caso elettromagnetiche—a bassa intensità, gli effetti diventano effettivamente verificabili solamente dopo molti anni di esposizione. Per questo, sebbene i dati possano far dubitare dell'effettiva pericolosità di un segnale wifi, una risposta certa potrà essere formulata solamente tra alcuni, se non decine di anni.

Significa che quella del sindaco Toia sia stata una decisione lungimirante? Può essere, mancano ancora i dati per poterlo dire con certezza—Cosa è certo è che privare una struttura pubblica come una scuola di una connessione wifi, con tutti i vantaggi didattici che derivano da essa, è una decisione piuttosto brusca e che rischia di danneggiare (forse non fisicamente) molto di più gli studenti delle radiazioni elettromagnetiche diffuse dai router.