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Tecnologia

Come la discriminazione razziale aggrava il divario digitale negli USA

I pregiudizi e le discriminazioni nel settore immobiliare e bancario non fanno che esasperare la disparità d'accesso alla rete.

Nel corso degli ultimi 20 anni, internet ha acquisito un ruolo centrale nel sistema economico e politico americano. Oggi, c'è un consenso crescente tra i legislatori sul fatto che l'accesso a internet sia una necessità per i cittadini, non solo un lusso come la tv via cavo.

Ma a dispetto dell'importanza di internet per le comunicazioni, per la crescita economica, per l'emancipazione civica e la mobilità sociale, c'è ancora un "divario digitale" negli Stati Uniti tra chi ha accesso a internet e chi no.

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Qual è la spiegazione di questo gap?

Per anni, la saggezza popolare sosteneva che le differenze di guadagno—insieme a una presunta mancanza di interesse nei servizi internet—fossero tra i fattori dominanti, specialmente per via dei costi relativamente alti dei servizi negli USA rispetto a quelli in altri paesi sviluppati.

Ma insieme alla disuguaglianza economica, c'è un altro elemento responsabili del divario digitale, stando a uno studio pubblicato di recente da un gruppo di interesse pubblico importante: la discriminazione razziale sistematica nel mercato immobiliare, nelle banche, e in altri settori dell'economia, insieme alle pratiche dell'industria della banda larga che impone barriere per l'adozione di internet nei gruppi più emarginati.

In un report da 255 pagine intitolato "Digital Denied: The Impact of Systemic Racial Discrimination on Home-Internet Adoption," Free Press, un gruppo di interesse pubblico di DC, conclude che "le barriere strutturali, la discriminazione radicata e i pregiudizi nei confronti di determinate etnie hanno un impatto diretto sul divario digitale."

"La disparità di reddito porta a una bassa distribuzione della banda larga e di atteggiamenti competitivi nelle comunità di colore," stando al report. "E nelle zone rurali, il fenomeno è ancora più evidente, con un divario digitale consistente per distribuzione che a quanto pare è basato solamente su questione razziali ed etniche."

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Il report cita i dati dell'US Census che mostrano come anche tra i segmenti più poveri della popolazione, c'è un divario digitale pronunciato tra membri di diversi gruppi etnici, dove i bianchi poveri hanno più probabilità di avere accesso a internet rispetto alle persone di colore, gli ispanici, i nativi americani e le persone provenienti dalle isole del Pacifico.

Una delle scoperte chiave nel report mina l'assunzione spesso alla base delle spiegazioni del divario digitale che manchi direttamente la richiesta per servizi internet tra le popolazioni appartenenti a minoranze, a basso reddito o meno abbienti.

Al contrario, il report conclude che in questi gruppi emarginati c'è spesso una richiesta più alta di accesso a internet, ma l'alto costo del servizio, unito a fattori strutturali, economici e sociologici legati all'etnia, creano barriere alla diffusione di internet e alla sua adozione.

"La risposta non è che le persone di colore hanno meno interesse per internet," ha detto S. Derek Turner, dirigente di ricerca di Free Press e autore del report. "Anzi, stando ai dati, tra i membri delle comunità che si trovano sul lato sbagliato del divario digitale la richiesta per l'accesso a internet è alta, ma non trova risposta per via dei costi troppo alti."

Prendiamo in esame i seguenti punti del report, la cui fonte primaria sono i dati dello US Census:

  • Mentre l'81 percento dei bianchi e l'83 percento degli asiatici usufruiscono di una connessione internet casalinga (considerando contratti cablati e wireless allo stesso modo come accesso "casalingo"), solo il 70 percento di ispanici, il 68 percento dei neri, il 72 percento dei nativi americani/dell'Alaska, e il 68 percento dei nativi hawaiani e delle isole del Pacifico sono connessi a casa.

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  • Si nota un divario digitale basato sul profilo etnico anche tra le persone che appartengono alla stessa fascia di reddito basso. Tra quelle con redditi familiari inferiori ai 20.000 dollari all'anno, il 58 percento dei bianchi ha una connessione internet casalinga, rispetto al 51 percento degli ispanici e il 50 percento dei neri che appartengono alla stessa fascia di reddito.

  • Dopo aver calcolato le differenze di reddito, di scolarizzazione, e di altri fattori che condizionano la decisione di firmare un contratto internet, abbiamo notato un gap nell'adozione di una rete casalinga che va dal 6 all'8 percento tra le famiglie ispaniche, nere e native americane, e le famiglie bianche.

Il report conclude che il divario digitale sia particolarmente pronunciato nel mercato dei servizi internet casalinghi cablati, e puntualizza che "la discriminazione endemica al settore bancario e creditizio" che "amplia il gap di adozione per molti beni e servizi, incluse le necessità come l'accesso a internet."

"I fornitori di rete non sono riusciti a offrire servizi pre-pagati, e in generale chiedono ai potenziali clienti di subire controlli creditizi o inviare cauzioni—pratiche che contribuiscono al divario digitale esasperando disparità razziali esistenti in contesti come il settore bancario e quello delle abitazioni e via dicendo," ha spiegato Turner.

"Le pratiche discriminatorie di credito e di prestito possono portare a una sovrastima del tasso di rischio per una persona di colore con un reddito basso, rispetto a un bianco con lo stesso reddito," si legge nel report. "Quando questa differenza strutturale nei punteggi creditizi si combina con la pratica diffusa di richiedere controlli fiscali ai potenziali clienti di un servizio di rete, può portare a livelli di adozione più bassi nelle comunità di colore."

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Il report specifica che il Communications Act "ha regole puntuali sulla necessità di offrire servizi di telecomunicazione come la banda larga su una base ragionevole e non-discriminatoria, e che il FCC deve assicurarsi che queste regole siano rispettate."

Il report suggerisce anche che "fattori strutturali legati all'etnia potrebbero aiutare a determinare dove i fornitori di rete scelgono di investire quando si tratta di diffusione delle infrastrutture e della banda larga, esasperando il divario digitale."

"Per esempio, la discriminazione abitativa potrebbe creare concentrati di popolazione che è più probabile vedere sotto-servite che non servite affatto—il che suggerisce non solo che i fornitori di rete scelgono di servire le aree più lucrative, ma spiega anche perché alcune aree sono considerate meno lucrative," spiega il report.

Per poter comprendere i fattori strutturali e sistemici associati con l'etnia di un gruppo di persone che contribuiscono al divario digitale, il report di Free Press sollecita il FCC e altri organi responsabili di istituire un numero di raccomandazioni.

Tra cui: incoraggiare la competizione tra i servizi e spezzare il monopolio; promuovere la diffusione di servizi di rete pre-pagati; assicurare la disponibilità di un servizio di banda larga economico; sanzionare i fornitori di rete per le pratiche di controllo fiscale; incoraggiare la diffusione della banda larga nelle aree meno servite e a basso reddito, in particolare nelle comunità rurali, non solo in quelle prevalentemente bianche o benestanti.