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Tecnologia

Giocare con i dati dell'Istat è stato uno spasso

Istatopoli è un’infografica interattiva che permette ai cittadini di capire i dati dell'Istat. Così possono arrabbiarsi.
Immagine: Istatopoli

Confrontare le città italiane, conoscere l'amministrazione dei servizi essenziali e capire l'influenza dei settori chiave dell'economia è una pratica doverosa per affrontare le complessità di una città moderna.

Una tematica discussa la scorsa settimana a Bologna durante la Smart City Exhibition 2014, che ha indetto il contest #Censimenti Data Challenge, i cui vincitori hanno presentato i propri progetti nel corso dei tre giorni dedicati all'innovazione nei territori e nelle città. Ad aggiudicarsi il primo premio è stata Istatopoli, un'infografica interattiva che permette di comprendere i dati del Censimento Industria e Servizi Istat del 2011.

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Mediante la gestione dei servizi di Sanità, Cultura, Istruzione e Acqua e Rifiuti, ciascun utente di Istatopoli realizza una città affidando ogni servizio, in percentuali a scelta, ai settori Pubblico, Privato e Non Profit.

Il gioco, ideato dal team della Viz&Chips, considera il numero reale d'impiegati in questi settori nei 20 capoluoghi italiani. Al termine della simulazione, l'Istatopoli generata sarà paragonata alla città a cui più si avvicina. Una scheda aggiuntiva, inoltre, fornirà i dati di tutte le altre province italiane censite.

Per saperne di più su questo progetto, abbiamo intervistato Barbara D'Amico, giornalista e membro del gruppo Viz&Chips.

Immagine: Screenshot via

MOTHERBOARD: Qual è lo scopo fondamentale di questo minigame?
Barbara D'Amico: Lo scopo è far esplorare al cittadino comune i dati di un censimento dell'Istat dedicato all'Industria, ai Servizi e al settore Non Profit. Diventando protagonista del gioco, l'utente confronta le città e si pone domande su come la propria amministrazione comunale gestisca certi servizi. L'obiettivo più generale è contribuire a diffondere conoscenza e consapevolezza su certi temi, sollevando eventuali problemi, perplessità o curiosità.

Che tecnologia avete utilizzato? Su cosa si basano i dataset e che tipo di analisi vengono fatte?
Abbiamo realizzato un vero e proprio sito web in javascript, html e php e utilizzato i dati Istat del Censimento Industria e Servizi e Non Profit 2011. In particolare, abbiamo usato i dataset con i numeri degli addetti per ogni settore o servizio, a livello comunale. Istatopoli, infatti, non è un gioco su come viene gestito e ripartito il bilancio, bensì una simulazione che chiede all'utente di distribuire le risorse umane. Ecco perché abbiamo usato il numero degli addetti per evidenziare la presenza di pubblico, privato e non profit in settori chiave dell'economia della città. Sono emerse anche percentuali "inaspettate", come le somiglianze tra città del Nord e del Sud nella gestione di ambiti come la cultura―Milano e Napoli hanno 53% e 52% di addetti nel settore privato in questo campo.

La "partita perfetta" esiste? Cosa fa un sindaco perfetto?
Non esiste un sindaco perfetto, a meno che non confrontiamo le città in base alla classifica del Sole 24Ore utilizzata nella parte di contestualizzazione e commento. In generale, non diamo nessun giudizio rispetto ai dati: Istatopoli non è un'analisi qualitativa su cosa sia giusto fare, è una visualizzazione che fa sorgere alcune domande.  
Lo scopo del gioco è stimolare il cittadino a farsi questo tipo di domande e chiedere conto alla propria amministrazione di queste scelte. A ogni modo, noi non conosciamo i dati riguardanti la "gestione" di questi servizi in termini di fondi pubblici rilasciati da ogni comune alle diverse imprese.

Sappiamo che il progetto è stato fatto con i dati di riferimento di 20 città. Avete pensato di aumentarne il numero, estendendo il gioco anche ai piccoli paesi o addirittura agli Stati?
Istatopoli è già corredato di una Google Map che riporta tutti i dati per i settori considerati nel gioco e il relativo numero di addetti per oltre 100 province italiane. Sicuramente si potrebbe aumentare il numero di città, arrivando a livello comunale e, perché no, replicarlo anche in altri Paesi, a patto che si trovino dati omogenei―nel nostro caso, il numero di addetti. Tra l'altro, se fossero disponibili i dati di gestione del bilancio per le città da confrontare, il gioco potrebbe diventare anche più accurato e a quel punto si potrebbe capire realmente chi è il sindaco migliore.