Il 13 luglio scorso Twitter ha avviato un significativo processo di pulizia della propria piattaforma, decidendo di cancellare sistematicamente gli account ritenuti falsi o generati da dei bot automatici. L’impatto dell’operazione è stato importante, e ha portato ad un abbassamento del 7% della conteggio totale degli utenti.La scelta di Twitter arriva dopo una stagione piuttosto lunga di critiche in riferimento alla tossicità della piattaforma, tra accuse di incapacità di gestire i comportamenti molesti degli utenti fino alla facilitazione della diffusione di fake news. Quella operata a metà luglio è una contromisura di carattere formale a cui dovranno necessariamente seguire dei rimedi più pratici e duraturi per evitare che Twitter torni ad essere il Far West della manipolazione dell’immagine online, ma il repulisti globale è un buon momento per tirare le somme su chi ha fatto uso, in passato, di questo tipo di strumenti.Sfruttando la piattaforma di analytics Social Blade abbiamo recuperato i dati relativi agli account Twitter più attivi tra i principali politici italiani, per capire come e quanto questi account siano stati colpiti dalla purga del 13 luglio. Alcuni nomi sono già stati analizzati dal giornalistaMatteo Lenardon, che ha riportato questa mattina i risultati su Twitter.
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Gli account presi in esame corrispondono alle personalità politiche e attorno alla politica maggiormente rilevanti al momento e il dato preso in esame riguarda il bilancio dei follower in data 13 luglio 2018, giorno in cui Twitter ha avviato il processo di cancellazione degli account fake.Matteo Salvini: -3.171Luigi Di Maio: -1.149Beppe Grillo: -94.139Matteo Renzi: -56.236Danilo Toninelli: +274Carlo Calenda: +46Giuseppe Civati: -4.431Paolo Gentiloni: -1.679 (12 luglio)Maurizio Gasparri: -1.160 (12 luglio)Laura Boldrini: -8.069I numeri sono piuttosto eloquenti: partendo dalla premessa che Twitter è spesso popolato da account che seguono automaticamente determinati account sulla base di hashtag e parole utilizzate e follow eseguiti, e che dunque una fluttuazione del numero dei follower sia naturale nel giorno della purga — è evidente che siano gli account di Beppe Grillo e Matteo Renzi a saltare all’occhio, il primo con un bilancio negativo di quasi 100.000 follower, il secondo con oltre 50.000.Dando per scontato che è impossibile sapere se, quando e quanto i team social dietro a questi account abbiano fatto uso di account fake per gonfiare il counter dei follower su Twitter, è altresì scontato che nel caso di Grillo e Renzi il volume di follower in negativo scomparsi il 13 luglio indichi quantomeno la presenza, tra i follower, di una folta schiera di account fake — A prescindere da chi li abbia messi lì.Stupisce, in un certo senso, la normalità del bilancio Salvini, che in passato si era dimostrato un abile utilizzatore delle dinamiche di Twitter, con l’episodio della suo esercito di “bot volontari”, ovvero account che volontariamente avevano accettato di twittare e retwittare contenuti che venivano scelti da un arbitro centrale interno al team sociale di Salvini.Segui Federico su Twitter: @nejrottifQuesto articolo è apparso originariamente su Motherboard Italia.