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Tecnologia

Il governo USA vuole monitorare migliaia di giornalisti e influencer

Se hai le competenze e non hai particolari problemi etici puoi dare un'occhiata a questo bando del Dipartimento della Sicurezza americano.
Immagine: Wikipedia.

Il Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti (U.S. Department of Homeland Security) vuole tracciare più di 290 mila fonti di informazione nazionali e internazionali ed è in cerca di un contractor per svolgere il compito. A rivelarlo è stato Bloomberg Law che ha individuato i documenti del bando di gara.

Il dipartimento ha bisogno di un framework basato su app perché il personale del DHS possa analizzare articoli online e conversazioni sui social e ricevere delle notifiche quando viene pubblicato qualcosa di pertinente a un determinato argomento. In aggiunta, ha l'esigenza di un database degli influencer che includa i dettagli di contatto e altre informazioni rilevanti, come le pubblicazioni per cui scrivono e i temi da loro coperti in precedenza.

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Il sistema dovrebbe consentire di effettuare ricerche sui contenuti riguardanti un determinato evento e sui giornalisti, blogger, corrispondenti e le testate per cui scrivono in base alla location, i temi seguiti e le parole chiave. Inoltre, dovrà coprire oltre cento lingue — tra cui l'arabo, il cinese e il russo, per tradurre automaticamente in inglese i post. Le fonti di informazioni monitorate non saranno, però, solo quelle online, ma anche quelle cartacee, radio o aziendali.

Il portavoce del DHS, Tyler Houlton, ha confermato l’esistenza del progetto con un tweet: “Malgrado quanto suggerito da alcuni reporter, non è niente di più che la procedura standard per monitorare gli eventi di attualità nei media. Qualsiasi altro sospetto è roba da complottisti.”

Uno degli aspetti interessanti che emergono dalle specifiche elencate nel documento è la volontà di monitorare anche il "sentimento" relativo a determinati contenuti. Nel bando non viene data la definizione di "sentiment" e, quindi, non disponiamo di ulteriori elementi per giudicare come questo proposito sarà messo in atto da chi vincerà il bando. Tuttavia, volendo essere paranoico proprio come sconsigliato il portavoce del DHS nel suo tweet, se il sentiment nei confronti di un determinato contenuto è dato dai suoi fruitori, immagino che un sistema che lo monitori debba in qualche modo tracciare alcuni aspetti dell'attività online dei fruitori. Se questa supposizione dovesse rivelarsi corretta, il sistema arriverebbe a coinvolgere in modo più o meno diretto non solo giornalisti e influencer che creano i contenuti, ma potenzialmente anche gli altri cittadini.

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Le motivazioni per la realizzazione del sistema elencate nel documento non sono molto chiare, ma fanno riferimento all'esigenza di “raggiungere meglio partner Federali, locali tribali e privati” e di ”proteggere e migliorare la resilienza delle infrastrutture fisiche e cibernetiche del Paese."

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Resta da capire come tratterà i dati raccolti il DHS. In ogni caso, se la questione non risulta troppo problematica dal punto di vista etico per voi e disponete delle competenze necessarie, potete sempre candidarvi per realizzare il tool.

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