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11 serie tv e documentari in streaming che potreste esservi persi

Per tutti quelli a cui l'algoritmo di Netflix propina sempre le stesse cose.
Stll via Easy.

Questa non è la lista delle cose più belle uscite sulle piattaforme di streaming nel 2017. Se lo fosse sarebbe inutile, perché a meno che non si abiti in una stanza di deprivazione sensoriale si dovrebbe essere a conoscenza dell’esistenza di cose come la quarta stagione di Bojack Horseman. In realtà è una lista di cose più o meno note o più o meno belle che potrebbero esservi sfuggite e a cui potrete rivolgervi in questi fine settimana.

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L'abbiamo pensata anche perché Netflix, almeno a noi, continua a proporre la discutibile categoria “Programmi TV USA bizzarri con protagoniste femminili forti”, mentre ci occlude tutta una serie di prodotti che magari ci interesserebbero anche se non comprendono la bizzarria, la figa e la forza. Se anche voi desiderate ribellarvi agli algoritmi opprimenti della modernità, magari possiamo aiutarvi.

Nota: sono tutti documentari e serie tv disponibili su piattaforme online in Italia, usciti nel 2017 o resi disponibili nel corso dell'anno (tranne in un caso, ma quello merita comunque).

Casting JonBenét, 2017 (Netflix)

Una campionessa di concorsi di bellezza per l’infanzia è già un argomento da Little Miss Sunshine. Se viene uccisa in casa propria a Boulder (Colorado) a sei anni d’età, la notte di Natale del 1996, è evidente che tutti gli Stati Uniti ne parlano per anni. Ma invece di raccontare questo caso irresistibile in dieci puntate MOLTO METICOLOSE tipo altri true crime di Netflix belli ma sfinenti, l’autrice ha avuto sia pietà di noi che un’idea geniale.

Ha fatto un casting a Boulder per realizzare un documentario sulla vicenda, ma in realtà il documentario è il casting. Il risultato sono degli americani progressisti che spettegolano su un caso dark come pochi nella storia, mentre aspirano a interpretarne la ricostruzione. E dura un’ora e venti! Perfetto.

The Exorcist, 2016 (Amazon Prime Video)

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Il film di Friedkin ha costruito il canone dei film di esorcismo: TANTO latino, crocefissi, teste rotanti, voci profonde e contorsioni, liquidi vari a sorpresa. La serie interpreta questa tradizione senza svaccare mai, e inventandosi variazioni e snodi narrativi ammirevoli. I due preti sono fighi, c’è Geena Davis nella prima stagione, e la trama principale è una cospirazione satanica dentro alla chiesa cattolica. Cosa volete di più, delle sottotrame gay?! DALLA SECONDA STAGIONE CI SONO ANCHE QUELLE!

Betting on Zero, 2016 (Netflix)

Due finanzieri newyorkesi, uno buono e uno cattivo, si giocano capitale e reputazione sulle azioni di Herbalife. Secondo il buono (Bill Ackman) l’azienda di integratori è uno schema di Ponzi, quindi lui scommette sul fallimento. Ma il cattivo (Carl Icahn) è un finanziere spietato che detesta il buono, e investe in Herbalife per far salire le azioni e rovinarlo. Un documentario che dimostra come, a qualsiasi livello, se uno ti sta proprio tanto sui coglioni non c’è ragione che tenga.

Grizzly Man, 2006 (Amazon Prime Video)

Non ho alcun problema con il Natale perché in famiglia non siamo grandi festeggiatori. Però ho appreso dai social che il Natale fa sentire le persone più tristi perché le famiglie sono un incubo e gira una bizzarra allergia ai presepi. Allora, dico io, se davvero volete essere tristi per qualcosa che non siano le lucine e gli abeti, ripiegate sul documentario più bello e struggente mai esistito. Se l’avete già visto riguardatelo anche solo per la voce di Herzog, ché a volte manca.

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The Marvellous Mrs. Maisel, 2017 (Amazon Prime Video)

Va letto tutto d’un fiato: serie su donne ebree che fanno stand-up al Village negli anni Cinquanta in un’atmosfera da musical che però non è un musical pensata da Amy Sherman-Palladino ( Gilmore Girls ). Uscita in contemporanea a quella cretinata di She’s gotta have it, Mrs. Maisel ha talmente più pacca e porporina da spazzare via Nola Darling e i suoi dubbi quadri in un nanosecondo.

L'altra Grace, 2017 (Netflix)

Non è bello come The Handmaid’s Tale. Però almeno questa serie, tratta dall’omonimo romanzo della Atwood, sono riuscita a finirla. Con The Handmaid’s Tale al quarto episodio io e il mio ragazzo ci guardavamo terrorizzati aspettando ansiosi che uno dei due si prendesse la responsabilità della scelta di non guardare la serie tv femminista e profonda dove però asportano organi genitali alle tipe.

Comunque ecco, non è un capolavoro ma si lascia guardare a mo’ di metadone in un pomeriggio in cui vi sentiti un po’ accartocciati e volete gustarvi un thriller ma anche sapere che c’è qualcuno che sta peggio di voi.

Easy, 2016 (Netflix)

Onestamente è la serie che mi mette più ansia del mondo. Easy racconta di relazioni e lo fa così: prende due o più persone che interagiscono affettuosamente, le mette al microscopio, e poi ti mostra tutta la solitudine che si annida negli interstizi dei rapporti umani. Cioè, a me pare faccia così. Tutto questo per dire che mi piace da matti anche se dopo ogni puntata sono costretta a chiedermi se non sarebbe meglio vivere solo nel mondo delle idee.

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Ah, e poi nella seconda stagione c’è Karley Shortino, forse la donna più sexy del mondo.

One Mississippi, 2015 (Amazon Prime Video)

È l’autobiografia della comica Tig Notaro (che infatti nella serie interpreta Tig Bavaro) che ripercorre il periodo della sua vita in cui è morta la madre e lei si è sottoposta a un'operazione per il cancro. Detta così perché dovreste vederla, direte voi. Perché in realtà è una commedia molto cruda e sottile. Notaro l’ha scritta insieme alla simpaticissima Diablo Cody, che ricordiamo per Juno e per averci fatto scoprire per la prima volta Michael Cera.

Icarus, 2017 (Netflix)

Avete presente il casino che è scoppiato tra il Comitato Olimpico Internazionale e la Russia? Quella questione per cui alle prossime olimpiadi invernali non ci sarà la squadra russa? Ecco. Questo documentario, con un tempismo probabilmente frutto delle imperscrutabili leggi della botta di culo, è uno dei documenti fondamentali dell’intero caso del doping olimpico russo. E poi c’è il medico sportivo russo Grigory Rodchenkov: un personaggio che avrebbe meritato tre film, non uno.

Tickled - L'impero del solletico, 2016 (Netflix)

Un classico del documentarismo kinky di Netflix che affronta un tema caro a tutti: il racket dei filmini amatoriali di gente che si fa fare il solletico. Che uno dice "figurati se me ne frega qualcosa." E invece…

(Non posso dire niente di più, questo film è una foresta di spoiler: se mi muovo abbatto larici secolari fatti di delusione e fastidio!)

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Voyeur, 2017 (Netflix)

Questo documentario è stilisticamente perfetto. Racconta la storia che ha poi portato alla pubblicazione del pezzo “The Voyeur’s Motel”, apparso sul New Yorker nell’aprile del 2016. In pratica un voyeur per fare bene il voyeur decide di comprarsi un motel dal quale riuscirà a spiare i suoi ospiti per una vita intera. Visto che non voglio spoilerare troppo, dico che secondo me va visto anche solo per Gay Talese, uno dei pochi giornalisti americani mitologici ancora in vita. Gay Talese attualmente ha 85 anni, sembra uscito da una campagna di Gucci e ha una sorta di stanza-bunker adibita al solo scopo di contenere il lavoro di una vita. È tutto quello che non riuscirò mai a essere, e infatti sono qui che scrivo queste righe con un berretto di lana in testa (malgrado io sia a casa) e un pile Quechua. Gay Talese indosserebbe come minimo un Borsalino vintage (R.I.P.) e un pile almeno Patagonia.

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Al netto di quanto scritto, ricordiamo brevemente—per chi vivesse in quella camera di deprivazione sensoriale di cui sopra—anche Unabomber, Dark (entrambe Netflix, e dove quest’ultima è lo Stranger Things crucco) e Electric Dreams (Amazon Prime Video, dal 12 gennaio), basata sui racconti di quel genio di Philip Dick.