Groenlandia
Tutte le fotografie per gentile concessione di Théo Giacometti / In copertina: una chiesa ortodossa di Akunnaaq. Nonostante le tradizioni animiste, molti inuit vanno regolarmente a messa.
Cultura

Foto splendide e desolate di una comunità Inuit tagliata fuori dal mondo

La piccola isola di Akunnaaq, in Groenlandia, è minacciata dal cambiamento climatico, dallo sfruttamento delle risorse e dall'esodo di massa.

Dalla Groenlandia, il resto del mondo appare molto, molto lontano. A causa del clima brutale che ha fortemente limitato l’immigrazione, e nonostante la Groenlandia sia in realtà un territorio ben più grande del Messico, la popolazione dell’isola si aggira intorno alle 56.000 persone.

Pubblicità

Dall’altra parte di Baffin Bay, che separa la Groenlandia dal Canada, sorge la piccola isola di Akunnaaq. La popolazione qui ammonta a meno di 70 unità, tutti Inuit e in gran parte cacciatori, con una cinquantina di casette su un promontorio roccioso che s’affaccia sul mare; meno di dieci hanno l’acqua corrente.

Il porto di Akunnaaq in inverno

A gennaio, il porto di Akunnaaq si ghiaccia. Qui alcune persone stanno cercando di rompere il ghiaccio formatosi sulle loro barche.

All’esterno si gela, con temperature che in media si avvicinano ai -20 gradi durante l’inverno. Non ci sono strade né alberi per centinaia di chilometri, né hotel, ristoranti o dottori. C’è soltanto un porto ghiacciato, un conservificio di pesce e un piccolo negozio di generi alimentari fornito di munizioni, bibite gassate e dolciumi. Oltre a tutto questo, ci sono soltanto il ghiaccio, la neve e, ovviamente, il mare.

L’esodo dei giovani e le conseguenze del riscaldamento globale incombono pesantemente su Akunnaaq: la popolazione ammontava a 115 abitanti nel 2013, 70 nel 2018 ed è diventata di 66 nel 2020. Per i più giovani alla ricerca di un futuro è difficile resistere al richiamo delle città, come ad esempio la capitale della Groenlandia, Nuuk.

Akunnaaq di notte

Una notte polare a gennaio, quando il sole sorge verso le 10:30AM e tramonta verso le 3PM.

Quando ho chiesto ai residenti se la loro città può sopravvivere e mantenere le proprie tradizioni culturali, mi viene risposto “Immaqa”: forse.

L'etica della caccia alle foche

Durante il mio soggiorno sull’isola, nel 2018, ho incontrato una comunità che include cacciatori di foche, adolescenti ossessionati dai propri smartphone, un giovane campione di calcio regionale, un insegnante e scrittore, un pastore luterano e un pugno di altri personaggi pittoreschi.

Pubblicità
Banchi di ghiaccio a Akunnaaq, in Groenlandia

Alcune persone provano a rompere il ghiaccio che blocca l'accesso al mare per permettere il passaggio dei pescatori.

Una tipica giornata sull’isola di Akunnaaq comprende pasti a base di foche e balene, viaggi a piedi per procurarsi l’acqua da un lago ghiacciato, rimirare il lastroni di ghiaccio accumulatisi nel piccolo porto oppure l’attesa paziente dell’arrivo dell’elicottero con le provviste.

Questo è il modo in cui si vive in una comunità tagliata fuori dal resto del mondo per diversi mesi all’anno. “La differenza tra le persone del sud e gli Inuit,” mi dice un autoctono, “è che le persone del sud pensano il ghiaccio sia acqua congelata, mentre gli Inuit sanno bene che l’acqua è soltanto ghiaccio ormai discioltosi.”

Akunnaaq

Akunnaaq.

Nel 2018, i banchi di ghiaccio non si sono accumulati come avrebbero dovuto. A gennaio inoltrato, le insolite temperature hanno raggiunto occasionali picchi intorno ai -5 gradi, e ciò significa che in alcuni luoghi il ghiaccio è venuto ad accumularsi solo per qualche breve settimana invernale.

Ma questo non ha fermato Jacob, un abitante del posto, dal salire sulla sua motoslitta e dirigersi a sud sui lastroni di ghiaccio. Qualche domanda è però sempre in cima ai suoi pensieri: saranno abbastanza solidi? Sarò in grado di raggiungere l’isola successiva? E il continente europeo? Potrò andare a caccia in una zona più ricca?

Lars Nielsen, un inuk di Akunnaaq sulla sua imbarcazione

Lars Nielsen, un inuk di Akunnaaq, poco dopo aver cacciato una foca, benché avrebbe voluto cacciare un narvalo. Nessuno tra i pescatori dell'isola è riuscito a prenderne in questo inverno. Al largo, il vento è più forte e la temperatura può raggiungere i -35°C.

Tuttavia, ogni giorno il ghiaccio continua a essere troppo sottile. Jacob lo sfiora delicatamente con l’estremità del suo “tuk”, un grande bastone dotato di una lama sulla punta, usato per stimare lo spessore: “Non è abbastanza spesso,” dichiara. “Forse domani, se farà più freddo.”

Pubblicità

I territori dell’artico si sono ritrovati al centro di una nuova guerra industriale e commerciale, in special modo con l’apertura del “passaggio a nord-ovest”, che collega l’oceano Atlantico e il Pacifico attraverso il Mar Glaciale Artico. In più, bisogna considerare l’avvento delle crociere turistiche in queste zone, le ricerche petrolifere e le estrazioni di uranio autorizzate da un governo impaziente di mettere fine alla dipendenza economica della Groenlandia rispetto alla Danimarca. Anticamente sotto il dominio danese, la Groenlandia è diventata autonoma nel 2009, ma continua a ricevere da questo Paese un’assistenza finanziaria che ammonta a un quarto del proprio PIL.

Ragazzini giocano a calcio nella neve.

In una delle città della regione, Aasiaat, alcuni ragazzini giocano a calcio nella neve.

In questo complicato contesto, gli Inuit stanno lottando per difendere la loro cultura e stile di vita. Sempre più risorse locali, e in special modo i pesci, vengono esportati in Europa e negli Stati Uniti dalle grosse aziende danesi, rendendo sempre più difficile per i residenti mantenere la propria dieta tradizionale.

In alternativa, sono costretti a comprare prodotti alimentari confezionati e a provare a guadagnare qualcosa dalla vendita del pesce che rimane. Si tratta di un circolo vizioso per quanti rimangono in questo aspro, ma stupendo, angolo del mondo.

Un iceberg a Akunnaaq

Un iceberg nella baia di Akunnaaq. Intorno ad esso, si sono formate diverse ninfee di ghiaccio.

Rika Olsen con un tuk

Rika Olsen, un inuit di 14 anni, con il suo tuk, un grande bastone equipaggiato con una lama per fare buchi nei lastroni di ghiaccio.

La città di Akunnaaq

La città di Akunnaaq

Inuit con slitta trainata da cani a Akunnaaq

Nonostante alcune persone si muovano solo in motoslitta, molti inuit preferiscono viaggiare con una slitta trainata da cani, un mezzo di trasporto più silenzioso.

La nave "Le Manguier", nel Mar Glaciale Artico

La nave "Le Manguier" è un rimorchiatore trasformato in una residenza per "artisti nell'artico".

Puoi vedere altri lavori di Théo Giacometti sul suo sito o Instagram.