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Tecnologia

Il sesso robotico non è una cattiva idea

Se fai sesso con un robot ma poi ti innamori e decidi di sposarlo, tieni presente che un giorno potrebbe chiedere il divorzio.
Immagine: Blutgruppe/Corbis

Da una recente ricerca—colpisce che lo studio provenga dall'Università del Middlesex—sembra che un inglese su cinque sarebbe disposto a fare sesso con un robot. A conti fatti, mi sembra davvero un numero troppo basso.

Le relazioni fra i sessi sono un inferno–nella mia esperienza, un’oscillazione costante tra ricatti emotivi e sesso mediocre–e darei qualsiasi, qualsiasi, cosa per piantarla una volta per tutte con questa spirale di sofferenza. Uscirne andando a letto con una macchina, dopotutto, non è la peggiore delle possibilità.

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Non sono l’unico a pensarla così: dalla Germania al Giappone, ogni giorno la tecnologia sforna meraviglie che raccontano un luminoso futuro dove uomini e macchine si accoppieranno come conigli—Davecat è già sulla buona strada.

Il guru spirituale del movimento per la creazione dei robot del piacere, però, è inglese e si chiama David Levy. Scacchista di fama internazionale ed esperto di intelligenza artificiale, Levy è l’autore di “Love and Sex with Robots”, in cui spiega perché il sesso e, già che ci siamo, il matrimonio fra uomini e robot sia possibile e addirittura auspicabile. Levy è l’ideologo indiscusso della dottrina del sesso robotico, di cui continua a diffondere il verbo in eventi e conferenze varie. Sono andato a parlarci per capire cosa mi aspettasse, e il risultato è stato una conversazione a metà fra il divertissement accademico e il delirio cyberpunk. Levy mi ha colpito come una figura di statura profetica: le realtà scientifiche odierne, per lui, hanno un’importanza relativa, finché ci sono la fiducia nel futuro e la forza di una giusta idea. In questo caso la giusta idea è che dovremmo fare sesso con i robot.

Immagine: Gizmodo

Motherboard: Puoi spiegarmi in due parole la tua idea sul sesso con i robot?
David Levy: La mia idea è che la tecnologia ormai è fondamentale nel campo delle relazioni umane. Usiamo la tecnologia per comunicare, per fare amicizia, per intrecciare relazioni: esiste persino gente che s’innamora su internet, senza essersi mai incontrata. La tecnologia, insomma, sta migliorando le relazioni umane. Il punto è che essa può anche essere un modo per sostituire le relazioni umane. Via via che i computer diventeranno più intelligenti—ci vorrà una ventina d’anni, secondo me—saranno in grado di sostenere conversazioni sempre più complesse, che attingeranno a quell’enorme bacino di conoscenze che è internet. Se aggiungiamo il fatto che per allora la robotica sarà sicuramente in grado di sviluppare dei robot molto simili agli esseri umani, diventerà possibile creare dei partner artificiali.

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Come saranno?
Se guardi in giro ci sono già alcuni esempi rudimentali. Per esempio c’è una ditta californiana, Realdoll, che produce delle bambole gonfiabili di lusso, molto sensuali e realistiche. Costano qualcosa come 6mila-7mila euro. Di fatto, però, sono sempre delle bambolone di silicone, senza parti mobili, che ovviamente non dicono e non fanno nulla. In futuro, però, queste bambole si fonderanno con la robotica e l’intelligenza artificiale e si muoveranno, parleranno, avranno una temperatura corporea naturale. Saranno in tutto e per tutto simili a veri esseri umani. Così, per alcune persone, i robot potrebbero diventare un’alternativa alle relazioni con altri esseri umani.

Alcuni potrebbero pensare che si tratti di un’alternativa deprimente…
Forse lo è per me e per te, ma pensa ai milioni di persone in tutto il mondo che non riescono a creare relazioni sentimentali e sessuali normali. Esistono persone che sono troppo timide, o troppo brutte, o troppo antipatiche, o che semplicemente non riescono a trovare un partner.

Oggi persone del genere ricorrono alla prostituzione.
Credo che le prostitute siano più deprimenti dei robot. Se per fare sesso devi pagare una prostituta, e fare sesso con qualcuno che sai che non ti ama, non vedo perché non dovresti preferire un robot che sembra una persona e che è programmato per avere una personalità e provare emozioni reali.

Forse proprio per questo: perché è programmato per provare quelle emozioni. È un po’ come pagare, no?
Forse all’inizio la cosa sembrerà poco autentica, ma poi le cose cambieranno. Se il robot è abbastanza sofisticato, imparerà a conoscerti e in breve il vostro legame diventerà molto forte, come una vera relazione fra esseri umani.

Quindi potrebbe arrabbiarsi e lasciarmi?
Ovviamente sì, potrebbe decidere di “divorziare” da te. E questo ovviamente provocherebbe tutta una serie di problemi etico-legali che prima o poi bisognerà affrontare. Dovremo cominciare a pensare a quali saranno i diritti e i doveri che noi umani abbiamo nei confronti dei robot, e viceversa. È la cosiddetta robo-etica, che è una branca della filosofia molto in crescita, oggi. Non sarà facile destreggiarsi con questioni del genere ma, di nuovo, penso che queste difficoltà saranno compensate dai vantaggi che i robot del sesso comporteranno per la società intera.

Hai mai pensato che i sex-robot invece potrebbero peggiorare la situazione di chi non riesce ad avere relazioni normali? In un certo senso, non sono solo una scappatoia per non affrontare problemi più profondi?
Per certi versi sono d’accordo con te: la tecnologia curerà i sintomi, non la malattia. Però è impossibile curare tutte le persone che hanno problemi relazionali, è impossibile cambiare la società in maniera tale che nessuno abbia più difficoltà nelle relazioni interpersonali. Inoltre i sex-robot potrebbero anche risolvere alcuni di quei problemi. Ci sono studi che dimostrano che gli esseri umani sono più sinceri quando si rapportano con intelligenze artificiali che quando hanno a che fare con altri esseri umani: per esempio gli alcolizzati tendono a mentire ai loro medici sulla quantità di alcol consumata ogni settimana, mentre dicono la verità nei questionari informatici. In un certo senso, grazie ai sex-robot, potremmo essere più sinceri sulle nostre emozioni.

E questo è senza dubbio un vantaggio. Pensi che ci sia la possibilità che a un certo punto le persone smettano di accoppiarsi fra loro e frequentino solo i robot?
È una bella domanda, anche perché saremo in grado di programmare i robot per fare sesso in maniera perfetta. Saranno fondamentalmente dei maestri del sesso, degli amanti perfetti che potranno insegnare agli esseri umani come comportarsi sotto le lenzuola. Penso che ci saranno persone che, anche per questo, preferiranno i robot. Ma la maggior parte della gente continuerà a preferire gli esseri umani. Sarà soprattutto perché penseranno che nei robot ci sia qualcosa di diverso, che fare sesso o avere una relazione con uno di loro non sia come farlo con una creatura biologica. In un certo senso, sarà una forma di nuovo razzismo.