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I disastri naturali provocano 3 volte più sfollati delle guerre

Secondo un nuovo report dobbiamo prepararci a catastrofi naturali sempre più gravi.
La distruzione provocata dal Tifone Haiyan a Tacloban, Filippine. Immagine: russavia

Le calamità naturali costringono ogni anno milioni di persone ad abbandonare le proprie case: ci sono buoni motivi per pensare che questo continuerà ad accadere e che gli sfollamenti causati da catastrofi naturali non si fermeranno.

È questo che afferma l'ultimo report dell'Internal Displacement Monitoring Centre, che vede l'unico inquietante lato positivo nel fatto che le persone che sono costrette a lasciare le proprie case per lo meno sono sopravvissute alla catastrofe.

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Secondo il report dell'IDMC nel 2013, 22 milioni di persone "sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni a causa dei disastri causati da calamità naturali." Sono inclusi quindi eventi legati alle condizioni meteorologiche, come tempeste, inondazioni, frane, ma anche calamità geologiche come terremoti ed eruzioni vulcaniche.

Nonostante la guerra in Siria, nella Repubblica Centrafricana, nel Sud del Sudan e altrove, la quantità citata di 22 milioni è "il triplo rispetto al numero degli sfollati a causa dei conflitti," secondo l'IDMC. Non è sicuramente di nessun conforto a coloro che sono stati costretti a lasciare le proprie case l'anno scorso, ma 22 milioni è un numero più basso della media, e più basso rispetto a quello dell'anno scorso.

Immagine: IDMC

Anche se in Occidente non ha attirato l'attenzione mediatica dovuta, il 2013 è stato l'anno in cui si sono verificati tra i più forti tifoni mai registrati. I danni maggiori sono stati fatti dal tifone Haiyan, che ha portato allo sfollamento di 4,1 milioni di persone nelle Filippine, la cui capitale era già stata colpita dal tifone Trami a settembre, che si è poi spostato in Vietnam, dove ha costretto altre 800.000 persone a lasciare le proprie case.

Aggiungete poi un terremoto sei mesi dopo, e il risultato è che nelle Filippine sono state sfollate più persone che in Africa, Europa e Oceania messe assieme.

Ma anche gli Stati Uniti e il Canada non sono stati esattamente risparmiati dalle catastrofi naturali: i tornado in Oklahoma hanno portato allo sfollamento di oltre 200.000 persone, le inondazioni ad Alberta, Canada, invece, di 120.000 persone.

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Immagine: IDMC

Ci sono due motivi per credere che il rischio di sfollamenti non farà altro che aumentare. Probabilmente avrete immaginato che il report afferma che "i cambiamenti dell'intensità e della frequenza di eventi meteorologici estremi connessi al cambiamento climatico globale porteranno a un aumento degli sfollamenti." Ma anche i cambiamenti demografici preannunciano un'ulteriore crescita di questo numero.

Un fattore fondamentale non è solo il fatto che la popolazione globale sia aumentata del 96 percento dagli anni '70, ma anche il fatto che la crescita demografica si concentra fondamentalmente nelle aree urbane: la popolazione urbana è infatti cresciuta del 187 percento dagli anni '70, e nei paesi in via di sviluppo del 326 percento. Sfortunatamente molte di queste città nei paesi in via di sviluppo sono costruite in aree vulnerabili ai disastri naturali.

Immagine: IDMC

Vi sono però due prospettive da cui considerare l'urbanizzazione: prima di tutto ciò significa che probabilmente in futuro ci saranno catastrofi naturali ancora più grandi. L'anno scorso su 600 disastri naturali solo 37 hanno portato allo sfollamento di più di 100.000 persone, che equivalevano però alla metà delle persone sfollate in tutto. D'altra parte, una popolazione concentrata in una sola zona rende più facile il raggiungimento da parte di sistemi di allarme ed è più facile organizzarne un'evacuazione preventiva.

Non va trascurato poi il fatto che lo sfollamento è spesso solo l'inizio della reazione a una catastrofe. Questo report avvisa che tutti noi dovremo essere molto più preparati di quanto non siamo adesso per affrontare le calamità che ci riserva il futuro.