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Tecnologia

Ci sono 7.700 aromi e 460 marche di sigarette elettroniche

Esistono migliaia di nomi stravaganti per descrivere lo stesso sapore fruttato o affumicato.
Immagine: Lindsay Fox/Flickr

E io che pensavo che le sigarette fossero solo al sapore di tabacco o mentolo. O al massimo di chiodi di garofano. No, evidentemente puoi immettere nel tuo corpo nicotina con il sapore di circa 8.000 essenze diverse. O almeno, 8.000 nomi stravaganti per descrivere lo stesso sapore fruttato o affumicato.

Un team di ricerca medica della University of California di San Diego si è addentrato nel mondo del mercato online delle sigarette elettroniche per analizzare come fosse cambiato negli ultimi due anni, e usare le valutazioni ricavate per dare indicazioni su come pubblicizzare e regolamentare questi oggetti controversi.

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È stato scoperto che al momento ci sono 460 marchi che vendono e-cigarette online, e un totale di 7.700 diversi sapori. E, diversamente dagli esordi, le compagnie sono meno propense a paragonare i propri prodotti alle sigarette vere e proprie. Le e-cigarette assomigliano sempre meno nell'aspetto e nel sapore alle sigarette di tabacco.

I ricercatori hanno esplorato la rete per un periodo di tre mesi nel 2012, e di nuovo 18 mesi dopo, per quasi tutto il 2013. In questo intervallo di 18 mesi il mercato è esploso; una media di 10 nuove marchi e 200 nuovi aromi sono apparsi ogni mese.

“Il numero di marchi e di aromi è incredibile. Il tasso di crescita è davvero inusuale,” mi ha detto Sharon Cummins, co-autrice dello studio.

Ha senso. A differenza delle prime “pseudo-sigarette”, spesso prodotte dalle grandi compagnie di tabacco e pre-caricate con il sapore di mentolo o tabacco, la seconda generazione di sigarette elettroniche ha dei serbatoi ricaricabili che puoi riempire con il liquido che preferisci. E com'è ovvio, l'esplosione delle compagnie che producono questi liquidi ha coinciso con l'apparizione dei modelli personalizzabili con serbatoi ricaricabili.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Tobacco Control, ha esaminato soltanto i marchi che vendevano i loro articoli online, che, secondo gli autori, sono a malapena la metà del mercato delle sigarette elettroniche. Si calcola che sia un business da 2 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, e “mostra segni di crescita,” si afferma nella ricerca. E la maggior parte di questo business non possiede alcuna regolamentazione.

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I ricercatori sperano che la loro indagine online—in cui hanno cercato 17 parole chiave in tre diversi motori di ricerca e hanno revisionato le prime 30 pagine di ogni risultato—abbia svelato dei trend di utilizzo e di vendita delle sigarette elettroniche che siano utili come riferimento per l'applicazione di norme in questo business.

Hanno scoperto, ad esempio, che i tre quarti dei marchi indicano volontariamente gli ingredienti delle essenze per le sigarette elettroniche, anche se non è richiesto dalla legge. Ma che certezza abbiamo che la lista degli ingredienti sia corretta?

Hanno scoperto che i nuovi modelli di e-cig sono “personalizzabili quasi all'infinito” ed è meno probabile che vengano venduti come alternative alle sigarette analogiche. Se l'industria sta prendendo una strada indipendente dalle sigarette vere, questo significa che verrebbe indebolito l'argomento per cui permettere di svapare comprometterebbe il sudato stigma contro il fumo?

È risultato che l'83 percento dei marchi rendeva disponibili liquidi senza contenuti di nicotina; questo aiuterebbe forse a far diminuire le paure sul fatto che le e-cig sarebbero un punto di passaggio per le sigarette tradizionali?

Hanno scoperto che gli aromi più comuni erano quelli fruttati (offerti dall'84 percento dei marchi), seguiti da quelli di “dolci/caramelle” (80 percento), alcool/bevande (77 percento), e poi snack/alimenti (25 percento). E se questa varietà di sapori fosse invitante per i bambini?

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È una critica spesso rivolta a chi vende nicotina digitale, ed è tra i punti fondamentali della norma proposta dalla US Food And Drug Administration, secondo cui le compagnie che vendono liquidi devono richiedere l'approvazione della FDA prima che possano entrare nel mercato.

Ma lo studio evidenzia—come avevo fatto io in precedenza—che vietare i liquidi aromatici avrebbe finito per beneficiare i grandi produttori di tabacco, che non danno la possibilità di scegliere i sapori e hanno il supporto finanziario necessario per affrontare i costosi processi di approvazione. Se questi marchi dominassero il mercato, continua lo studio, si potrebbero alzare le probabilità che un individuo inizi a fumare, perché questi prodotti simili alle sigarette sono più simili al tabacco vero rispetto ai nuovi modelli di e-cig.

“L'attuale palpitante mercato delle sigarette elettroniche, come viene descritto in questo studio, fa pensare che una regolazione basata su dati scientifici insufficiente potrebbe correre il rischio di cambiare solamente la quota di mercato di diversi marchi di sigarette elettroniche invece che far diminuire la diffusione delle sigarette vere,” hanno scritto gli autori.

Il report non ha evidenziato che le regolazioni proposte dalla FDA spazzerebbero via i brand più piccoli, ma ha affermato che non c'erano dubbi che avrebbe beneficiato i marchi con “un grande sostegno finanziario,” e che gran parte di questi sono di proprietà dei grandi produttori di tabacco.

Detto ciò, nello studio venivano condivisi molti punti proposti dalla FDA, come l'obbligo di indicare gli ingredienti, la richiesta che le indicazioni sulla salute fossero corroborate dalla ricerca scientifica, e il divieto di svapare al chiuso e nei luoghi pubblici: “sulla base dei risultati dello studio, i provvedimenti presi dalla FDA risultano come un atto logico e giusto,” ha detto Cummins.