Le gang di motocicliste del Marocco

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Le gang di motocicliste del Marocco

Hassan Hajjaj è un artista marocchino con base a Londra, e in occasione del suo primo lungometraggio abbiamo ripescato la sua intervista sulle Kesh Angels di Marrakesh.

Questa intervista è stata realizzata da VICE US nel 2014. Abbiamo deciso di riproporla in occasione dell'uscita del primo lungometraggio di Hassan Hajjaj, presentato in anteprima al Los Angeles County Museum of Art. Karima: A Day in the Life of a Henna Girlsi ispira direttamente alle protagoniste della serie Kesh Angels.

Hassan Hajjaj è un artista marocchino con base a Londra, e nel progetto Kesh Angels si occupa di donne e motori a Marrakesh. Questo suo interesse nasce da una storia personale: negli anni Novanta, a Marrakesh, aveva lavorato per uno shooting in cui non c'era niente di autoctono: i fotografi, i vestiti, i modelli erano tutti stranieri. Questi suoi scatti possono quindi essere considerati una rivincita, con ritratti che raffigurano la fusione tra le tradizioni locali e la novità rappresentata da un'abaya a pois e una djellabah mimetica. Quelle raffigurate non sono "vere gang" di motocicliste, ma amiche dell'artista che nella vita di tutti i giorni fanno tatuaggi all'henné ai turisti. Ho parlato con Hassan della bike culture a Marrakesh e delle donne presenti nel suo lavoro.

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VICE: Come è nata l'idea di fotografare le tue amiche in quelle vesti?
Hassan Hajjaj: Sono anni che lavoro così. Volevo mostrare un lato particolare di Marrakesh, e far emergere come, nonostante culture e religioni diverse, a livello umano abbiamo molto in comune con il resto del mondo. Queste donne fanno tatuaggi all'henné in una delle piazze marocchine più frequentate dai turisti. E l'ispirazione per questa serie è nata proprio da una di loro, Karima. Porta il velo, indossa tutte queste bellissime tuniche di varia fantasia e si sposta in motorino. È una donna normale che lavora dalle otto alle dieci ore al giorno. Parla quattro o cinque lingue, si prende cura dei suoi due figli e si è costruita da sé la sua casa.

Sembra un servizio di moda nordafricano, volevi onorare le tue radici con stile?
Negli anni Novanta mi sono trovato a fare uno shooting di moda a Marrakesh, e mi sono reso conto che era tutto occidentale—i modelli, i fotografi e i vestiti. Il Marocco era semplicemente sullo sfondo. Da lì ho pensato che sarebbe stato bello mostrare la mia gente nel suo ambiente, col suo modo di vestire, e giocare con la moda.

Marrakesh ha una sua bike culture? Pensi si potrebbe parlare di gang di motociclisti in città? Quanto sono diffuse le moto?
Marrakesh è una città piena di motorini, tutti ne hanno uno. Donne, vecchi, ragazzi, famiglie, tutti. Vengono usati per muoversi e lavorare. Per le foto, qualche moto me la sono fatta prestare da amici, ma per la maggior parte ognuno possedeva la propria. Però non ci sono vere e proprie gang di motociclisti.

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Le tue amiche si vestono spesso così? Quei vestiti da dure tutti colorati sono facili da trovare?
Il Marocco tiene molto alle tradizioni, e siamo molti colorati. Ma in questo caso sono io a disegnare i vestiti: le djellaba, le abaya e le babouche marocchine con le stampe tradizionali, unite a capi di moda taroccati che si trovano tanto nei mercati di Londra o in Marocco. Anche per le cornici uso le cose che trovo nei mercati: lattine di Fanta, barattoli… È una cosa che deriva dall'essere cresciuto in Marocco, dove molte cose vengono riciclate e riutilizzate; io l'ho applicata al mio lavoro. Volevo usare la ripetitività dei marchi in un contesto ironico, anche collegato direttamente agli elementi delle foto, e al tempo stesso mi piaceva l'idea di riproporre in chiave moderna i mosaici marocchini.

Qual è l'obiettivo di queste foto e qual è stato il momento migliore del progetto?
Mi ha colpito la loro forza; voglio trasmettere l'idea che la loro indipendenza sia una cosa normale. Credo che se queste foto fossero state fatte a Parigi o a Roma nessuno mi avrebbe fatto così tante domande sulla peculiarità della bike culture femminile.

Se facessi parte di in una gang di motociclisti, come sarebbe?
Come quella delle foto, con donne naturalmente forti, carismatiche e libere.